FESTA AL PAESE.
Se vi perdete e quindi vi trovate ad attraversare uno dei
paesi della provincia vesuviana vi renderete subito conto della piaga sociale
che li accomuna e li affligge ormai da secoli, che, oltre al traffico e alla
camorra, sono le feste patronali a sfondo religioso.
Anche qui, dove lavoro io, nella cittadina con la più bassa
densità di incensurati per Kmq, è creanza una volta all’anno di onorare un
personaggio famoso religioso.
Ovviamente nell’impossibilità che questa terra avesse
partorito qualcuno che anche lontanamente si avvicinasse a un santo, un beato, o
a uno che una volta ha dato un passaggio a un papa che si era perso, si è
virati su una Maronna non ben identificata.
Sia ben inteso la
Maronna quella ufficiale è una, quella del presepe per
intenderci, ma è un dato di fatto che invece
esistono un numero indefinito di Maronne, tutte diverse tra loro, e ciò mi ha
sempre religiosamente parlando turbato.
Le ipotesi che mi sono fatto sono due: o lo Spirito Santo
era un gran puttaniere, una specie di Franco Califano dell’anno zero, oppure
effettivamente per ingravidare una donna senza l’ausilio di pistolino e
spermatozoo bisogna fare un po’ di pratica.
Quindi secondo me lo Spirito Santo, prima di andare a
Betlemme e sparare a salve, ha pensato bene di fare qualche altro tentativo
tipo a Pompei, a Montevergine, Pugliano ecc… e ha lasciato tutta questa scia di
Maronne che sono Maronne a pieno titolo in quanto qualche cosina con lo Spirito
Santo, pure coppa coppa, ma l’hanno fatta.
Ovviamente poi il popolo trovandosi tutte queste Maronne ha
dovuto in qualche modo catalogarle per distinguerle tra di loro, creando così
tutta una serie di categorie di Maronne, ad esempio; le Maronne distinte per
origine geografica ovvero madonne igp: la Madonna di Pompei, La Madonna di Pugliano ecc
oppure le Maronne divise per aspetto fisico: la Madonna bianca, la Madonna nera, la Madonna col doppio taglio
ecc.. e così via.
Nella fattispecie ho cercato di indagare sulla Madonna autoctona
ma alla domanda : ”che Maronn è?”, nel migliore dei casi, cioè quando ne uscivo
fisicamente incolume, venivo comunque additato come una via di mezzo tra un
blasfemo, un testimone di Geova e uno Juventino, uno su cui nemmeno De Andrè
sarebbe stato capace di scrivere una canzone.
Solo quando ormai ero diventato il Giordano Bruno locale ho
capito dove sbagliavo; essendo questa la provincia partenopea più sperduta, in
pratica per capirci un posto dove è nata prima la discarica e poi il paese ci è
cresciuto intorno (sia letteralmente che metaforicamente parlando) ovviamente l’idioma locale è leggermente
diverso dal napoletano, quindi il mio era un mero errore grammaticale, la
domanda da fare non era “ Che Maronn è?” ma invece “Che Maronn gl’è?” dove la GL non è un semplice
rafforzativo come pensavo ma “Articolo identificativo”.
Finalmente così ho identificato la Madonna Locale e cioè La Madonna della Neve. Categoria agenti Atmosferici.
Secondo me sono andati per esclusione, erano finite le
Madonne e si sono dovuti accontentare.
Ovviamente il fatto che qui non nevica dal 79 d.c., e che
comunque anche allora si trattava delle ceneri del Vesuvio in eruzione, e che
la statua della Madonna della Neve fu trovata in fondo al mare dai pescatori e
che inoltre (io l’ho vista) la suddetta madonna ha tratti tipicamente mediterranei, par
nu poc na vaiassa per intenderci, non ha scoraggiato gli indigeni locali ormai
decisi per la denominazione della Madonna, forse anche perché la Madonna del Mare era già
stata presa e di cominciare tutta un'altra serie di madonne accoppiandole alle
specie ittiche non se la sono sentita.
Certo è che in un paese dove esistono ancora i drogati
quelli veri, quelli che si fanno le siringhe di cocaina (Op.cit.) e dove se
casualmente parcheggiando intoppi uno spigolo di muro con il parafanghi
potresti scoprire una centrale del narcotraffico, intitolare una Madonna alla “Neve”
è quantomeno ironico.
Quando l’ho fatta notare al bar locale questa cosa ci
siamo fatti un sacco di risate, anche dopo con il dottore e l’infermiere in
ambulanza, che risate!
Fatto sta che il
paese viene magnificamente addobbato a festa con le cosiddette “Allummate”
(luminarie) una serie di lampadine colorate a forma dell’oggetto più kitsch che
vi viene in mente, e in pratica il viale principale viene diviso in due sponde
contrapposte:
- marciapiede di destra: tutta una fila indiana di furgoncini, le cui luci al neon sono visibili dal satellite, ognuno di essi dotato di rumorosissimo gruppo elettrogeno che va a uranio impoverito e olio di colza che vendono tutti le stesse identiche cose:
- Torrone verde: non è a pistacchio, in origine era normalissimo torrone bianco, solo che si è fatto tutte le feste di paese da Caianiello a Vallo della Lucania dal 1987 ad oggi.
- Caramelle al petrolio: ottenute dagli scarti del gruppo elettrogeno.
- Liquirizie: che non sanno di liquirizia, in tutte le forme possibili, e se non c’è la forma che vuoi, l’ambulante te le fa a volo volo tipo barboncino coi palloncini.
- Mescmellos: cosi ci è scritto, che si squagliano in bocca però poi annozzano, unico cibo al mondo.
- Giocattoli demodè: Paparelle, pinocchi, ruote che tu le spingi e a loro girano le palle, un po’ come i mariti al centro commerciale, il mio nipote di 8 anni (playstation, xbox, iphone ecc.) quando li ha visti pensava fossero addobbi ornamentali.
- Mennole atterrate: letteralmente mandorle dissotterrate, Mandorle che dopo aver passato qualche ora in una betoniera assumono l’aspetto di una ferita in cancrena, gustose.
- E per finire fragoloni, ciucciotti ecc qualsiasi cosa semicommestibile su cui GiGione potrebbe scrivere una canzone piena di doppi sensi scabrosi.
- marciapiede di sinistra: un’altra fila indiana di vucumprà venuti da tutte le parti del mondo, tanto da dare l’impressione che pur non essendo cristiani sono gli unici veri pellegrini devoti alla Madonna della Neve. Anche questi vendono tutti la stessa cosa e cioè: Pulcini pii, occhiali, borse, e qualsiasi cosa si possa contraffare, quest’anno inoltre si portava assai un anello di plastica di circa 5 cm di diametro che, a detta del bengalese confinante, servirebbe a infilare il fino di cotone nella cruna dell’ago anche se sei Steve Wonder. Ovviamente il bengalese ha omesso che però per usarlo bisogna avere la manualità di David Copperfield, ovviamente non essendo riuscito nell’impresa ho deciso di utilizzarlo come stimolatore sessuale femminile, e cioè me lo sono infilato sul cosino anche perché sempre il bengalese ha detto:”con questo tu prende subito buco” e visto che è un problema che mi affligge da anni perché non provare?
Il paese magicamente si blocca; zone ztl non ben
identificate, parcheggiatori abusivi anche sui pianerottoli, generazioni e
generazioni di cuozzamma varia che forse si incotrano qui dopo anni tipo a “C’è
posta per te”, migliaia di pellegrini devoti penso più alla Mennela atterrata
che alla Madonna della Neve, e io mi devo fare un ora di traffico in più per
venire a lavoro, parcheggiare dopo tempo indefinito al comune limitrofo, farmi
km a piedi tra dolciumi vari che ovviamente non posso mangiare (ufficialmente
perché sto a dieta ma in realtà perchè non posso economicamente permettermeli) e
arrivare a lavoro bestemmiando … però almeno adesso so a quale Madonna rivolgermi.
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