lunedì 15 luglio 2013

Mondi Paralleli Fratacchioni



A voi capita di chiedervi se gli uomini primitivi si rendevano conto della loro arretratezza? cioè ogni tanto pensavano “Ua Ma Nuje Stamm Nguajat!? oppure erano convinti che la clava fosse il massimo che il progresso e la mente umana potessero realizzare? … io quando mi drogo ci penso.

Poi mi chiedo se forse non stiamo pure noi in un’epoca primitiva, o quantomeno, come diceva il poeta, “un nuovo medioevo”, e non ce ne rendiamo conto, e ci pensiamo che un cellulare con una mela muzzecata sopra che non prende manco sotto al ripetitore e con tutta una serie di applicazioni che vanno dall’inutile all’incomprensibile all’unamerastrunzata sia il massimo che il progresso e la mente umana possono realizzare. Mentre ci sono ancora i tumori, l’aids, le guerre, la fame ecc. Ua Ma Nuje Stamm Nguajat!!

Comunque menomale che c’è la droga che non ci fa perdere la percezione di noi stessi e ci libera da questo annebbiamento totale che chiamano vita. Mo non voglio fare il filosofo ro’ cazz, tipo il Fabio Volo tossico però l’equazione è abbastanza semplice: Essere umano: macchina ultraresistente con ottimo rapporto consumo-profitto, non impara niente dalle proprie esperienze, dimentica tutto e in fretta, istintivamente egocentrico, aggiungici il Capitalismo, fatti un bombolone e ci arrivi pure tu.. “Ua Ma Nuje Stamm Nguajat!!”.

Per farsi venire questi pensieri allucinogeni però la droga da sola non basta, cioè anche se stai a livello “Uà fratacchione comm stai bell stasera cu sta cammisa!.. veramente è una polo” ci vuole comunque la location  e la situazione adatte per farsi queste domande tipo “Dio Esiste?” “Gli Alieni Esistono?” “Chi Cazz è Callejon?" ecc.. 

Cioè vi capita anche a voi ogni tanto di trovarvi in posti e/o situazioni dove non ti rendi conto se stai vivendo veramente o  se sei in una specie di Matrix ra strunzata, che ti aspetti da un momento all’altro che l’orologio della cucina comincia a squagliarsi e il pesce rosso zompa dalla vaschetta con una tigre in bocca mentre un puorco vestito da suora cerca di baciarti e ti passa davanti un folletto con un flauto infilato in culo che ti dice: “Uà fratacchione comm stai bell stasera cu sta cammisa!” e tu “Veramente è una polo… pure di quelle fetenti… Piazza Italia a 5,90€… ua fratacchione se ti piace così assaje ta pigl pur a te!.... devo vedere se tengono la XXXXXXXXXXXXXXS…pass nu poc o flauto!”.

A me questo fatto di sentirmi una via di mezzo tra Dorothy e Alice me lo fa spesso quando vado nei locali con i tronisti vestiti tutti uguali e le ragazze che ballano col la borsa sotto al braccio oppure quando vado al centro commerciale nel week-end.

Voi direte, vabbuò allor si scem tu, che cazzo ci vai a fare al centro commerciale nel week-end? E vabbuò allora parlamm e nun ce capimm.. l’essere umano…non impara niente dalle proprie esperienze…dimentica tutto e in fretta..ecc.. ma allor o vir che è come dico io?

Oltrepassare quelle porte scorrevoli e come attraversare uno strargate che ti catapulta in un'altra dimensione; la dimensione dello squallore schizofrenico.

L’effetto dell’aria condiziona gelida a 120km. sulla tua cervicale ti fa sentire un novello Neo che si inghiottito la pillola rossa insieme a una bustina di Aulin perché istantaneamente ti gira la testa e ti viene pure la nausea. Non tieni manco il tempo di dire Maronn aiutem che le tue gambe cominciano a camminare da sole senza meta, un po’ perché istintivamente la prima cosa che fai è cercare di scappare, un po’ perché sei inghiottito dal flusso di gente tipo corrente del golfo con al posto delle tartarughe e i pesci pagliaccio una nuova forma di vita accomunabile a degli “zombie cuozzi”.

Tutto quel caos che fornisce visioni allucinogene continue unito alla digestione della trachiulella hanno l’effetto di una paccariata ai neuroni manco se stessi sotto anfetamine e più o meno nella tua testa succede questo:

“ ua che burdell, dove andiamo? Da quella parte!! Avanz o per, ancora un po’, criaturo che piange, coppietta che si manea in pubblico,  chiattone con smanicato, signora leopardata, incidente tra carrozzini, criaturo che allucca, avanz o’ per, bella sta maglia, troppo cara, non me la posso permettere, bella sta maglia, il prezzo è equo, non me la posso permettere, bella sta maglia, il prezzo è buono, non me la posso permettere, criauturo che abbosca e poi piange, avanz o’ per, marito spaesato, marito che si apposta per trovare panchina, marito tirato a forza, marito con sbalzo di pressione in atto, marito che piange come un criaturo, avanz o’ per, coppia allampata, signora incinta con tubbo pringles, adolescenti che si rincorrono, uomo con rayban e cammisa aperta, adolescenti vestite da zoccole, criaturi che si picchiano tra di loro e piangono a turno, avanz o’ per, coppietta che mangia pizza su muretto, musica dal vivo di basi musicali, cantante che non ce la fa, suonatore di percussioni con zucchetto all’uncinetto, cover Pino Daniele, avanz o’ per, rissa fuori da McDonald, vecchia abbandonata su sedia, rissa per accaparrarsi tavolino, viecchio dormiente forse morto appoiato a carello, craituro che vota a faccia a terra e piange, avanz o’ per, coppia tronista lui trans lei, comitiva zitelle manc e can, compagnoni fratelloni criptochecche palestrati, canillo dentro carrello terrorizzato, suggettone ricco con femminone a seguito, criaturo nzevato gelato alla fragola che piange, avanz o’ per,  signora con tacchi a spillo, comitiva adolescenti ciuffati, odore di kebab, odore di McDonald, odore di scella sudata, odore di cesso, strascino per fila cesso donne, pozzanghere di pisciazza cesso uomini, papà che fa pisciare criaturo in braccio nell’orinatoio, criaturo che si piscia pe cuollo e piange, avanz o’ per, signore che fuma sigaro, signore con sigaretta elettronica spenta, commessa zoccola vestita da puttana, schermo gigante faccia di Cavani nacctuttcos, io che piango come un criaturo, fila cinema adolescenti baffo accennati, biglietti prezzo tariffa racket, sala 2 in fondo a destra, troppo in anticipo, sala vuota….ma che film ci dobbiamo vedere? Nient nu film magia, fantascienza, mondi paralleli cos.. ah agg capit…nu poc e pace … finalmente.”

lunedì 1 luglio 2013

Rosaria Urla



Rosaria urla, in modo spaventoso, come se la stessero torturando, quando arrivi al quinto piano e la senti, la prima cosa che pensi è “oddio cosa le stanno facendo” la seconda è “dove sono capitato”. Rosaria doveva essere una bella donna, adesso appare solo come una malata di mente su una sedia a rotelle, magrissima, coi capelli rasati e la testa piena di cicatrici, ma ha due occhi grandi, chiari. Rosaria urla, si lamenta come se qualcosa le stesse stracciando il cuore, urla i nomi di chiunque passi davanti alla sua stanza; infermieri, medici, visitatori abituali… ormai conosce tutti, è da più di un anno che è ricoverata qui, quando poi qualcuno si ferma a chiederle cosa vuole improvvisamente si calma e con una voce da bimba risponde sempre le stesse tre cose: “Cioccolata”, “gelato” oppure “mi accompagni giù?”. Rosaria urla, continuamente, non si ferma un attimo, per darle e darci tregua ho preso l’abitudine di comprare 5 tronky giù al bar dell’ospedale, la mattina, quando cerco di entrare, e spesso ci riesco, prima dall’orario di visita dei parenti, e quando proprio non ne posso più gliene do uno e lei passa in un attimo dalla disperazione più atroce ad una educazione docile e calma che non ti aspetti, smette di urlare e esclama pacata “grazie signore” e un attimo dopo ricomincia a strillare come se avesse un coltello conficcato in petto. Rosaria urla, disperata, è stata un po’ adottata da tutti qui al quinto piano, anche perché la sua unica figlia in più di un anno sarà venuta a trovarla solo un paio di volte, e l’ultima volta che venne Rosaria si accorse che indossava la fede, che prima non aveva, e allora cominciò a urlare più del solito, come se qualcosa le stesse stracciando il cuore, è forse quella volta lo stava facendo per davvero. Rosaria più di un anno fa ha scoperto suo marito a letto con un'altra donna e si è buttata dal terzo piano, da allora vive al quinto piano di questo ospedale. Io a Rosaria ci voglio bene.

Maria è molto timida, parla pochissimo, è più in carne rispetto a Rosaria tanto che ci sta a stento sulla sedia a rotelle, ed è quasi sempre depressa. Il fratello viene a trovarla tutti i giorni, Luigi, fa il pompiere e tante volte viene da lavoro ancora con la divisa addosso, è un omone col pizzetto dai modi un po’ rozzi che entra e esce da reparto senza che nessuno gli dice niente, forse per il timore che incute. L’ho vista piangere tante volte  Maria e mai ho sentito la sua voce, soprattutto quando il fratello la tratta un po’ male, ma lui è la classica persona che dimostra il suo affetto con la forza delle braccia e le ore di sonno mancanti, magari ha i modi un po’ bruschi ma è qui, tutti i giorni. Chiacchieriamo spesso io e Luigi, forse perché siamo simili, le classiche persone che ai “ti voglio bene” preferisco i metri di pizza quando sai che stasera a casa nessuno avrà voglia di cucinare. Solo una volta ho sentito parlare  Maria, quando ha visto Antonio, l’infermiere giovane, carino e gentile di cui è innamorata, quello che si prende le cazziate dal Primario perché non ci caccia dopo l’orario di visita, ci guarda e dice: “ può urlare quanto vuole, io non vi caccio!”, chissà qual è la sua storia di disperazione. “Maria hai visto c’è Antonio?!” urla imbarazzando anche me il fratello, e lei “Antò.. bicchiere..” intuisco che si tratta forse del bicchiere con le pillole che deve prendere, Antonio però è indaffarato, sta facendo il “giro” e le risponde distrattamente “Uè Maria dopo..dopo..” ma a Maria basta, e per la prima volta la vedo sorridere. Io a Maria, Luigi e ad Antonio ci voglio bene.

Sergio è il portantino, potrebbe essere il sosia di Nicola Di Bari, sembra uscito dagli anni 60 con tanto di occhiali con la montatura pesante e basette troppo lunghe, è magrissimo, a volte mi chiedo come fa spingere due pazienti con le sedie a rotelle insieme, chiama tutte le donne, anche le più anziane, “Signorina” e tutti gli uomini, compreso me, “Dottò”. Ha 2-3 battute standard che si gioca quasi tutti i giorni tipo “ adesso andiamo in discoteca!” quando porta qualche paziente a fare gli esami, oppure “oggi zuppa di cozze e alici fritte!” quando arriva il pranzo, nella vita reale non farebbero ridere nessuno ma qui diventano ossigeno puro e qualche sorriso, compreso il mio, lo rubano sempre. Sergio mi da sempre un “passaggio” sull’ascensore ad uso esclusivo del personale e una volta mi ha raccontato che suo figlio è stato in coma per 2 mesi. Io a Sergio ci voglio bene.

Le “tre Marie” sono tre sorelle che ho soprannominato così perché non ne ricordo i nomi, sono tutte e tre più o meno sulla cinquantina, vestono come se arrivassero dalla “Casa nella Prateria” e riesco a distinguerle solo perché una porta gli occhiali, un'altra ha i capelli corti e l’ultima ha i capelli lunghi. Accudiscono a turno il fratello Vittorio, uno di quelli che non si muove, non parla, mangia dal tubicino nel naso e l’unica cosa che sembra viva in lui sono gli occhi, tante volte c’ho chiacchierato con gli occhi di Vittorio, specie quando lo incrociavo in ascensore e magari entrava qualcuno e diceva “buongiorno” alle sorelle senza abbassare lo sguardo e salutare anche lui, i suoi occhi si incazzavano senza rattristarsi come a dire “non è che se non posso rispondere non mi merito neanche un buongiorno, maleducati!” e io con gli occhi gli davo ragione. Le “tre Marie” sono portatrici sane di ansia, riescono a farsi prendere dal panico anche per un ascensore che arriva un minuto più tardi, o per una finestra che non si chiude bene ecc.. è un ansia contagiosa, ma Vittorio sembra abituato ormai. Io alle “Tre Marie” e a Vittorio ci voglio bene.  

La signora Teresa ha due figlie, ha avuto un’operazione alla testa e non muove il braccio e la gamba destra, inoltre la sua malattia ha intaccato l’area del cervello che elabora il linguaggio, in pratica pensa a cosa vuole dire ma non riesce a dirlo, deve essere bruttissimo ma ha detto il dottore che poi recupererà, forse per questo spesso mi appare di una comicità ineguagliabile, chiama la figlia come a volerle chiedere qualcosa “Imma!!!....(silenzio)… uffa!” è diventa esilarante quando sostituisce quel “uffa” con qualche parolaccia pesante. Non mi conosce ma si fa spostare o mettere sulla sedia a rotelle da me. E questa fiducia da parte di una persona estranea ed anziana mi lusinga. Io alla signora Teresa e alle sue due figlie ci voglio bene. 

In un mese in questo ospedale ho sentito le storie più assurde e mi sono fatto più amici  che in 33 anni di vita, forse perché si respira un umanità che rende i rapporti umani più semplici o semplicemente come dovrebbero essere, come quando quel ragazzo che veniva da “fuori” si presentò in reparto coi suoi 4 figli tutti piccolissimi, il più grande forse aveva 9 anni non di più, e quando gli dissi “guarda che qui i bambini non li fanno entrare” lui mi spiegò che aveva fatto 4 ore di macchina e che sua moglie era lì ad assistere sua mamma in coma “ me li guardi tu per un po’?” e me li affidò senza sapere neanche come mi chiamassi, glielo lessi negli occhi quello che non mi disse “si vede, sei disperato quanto me, di te mi posso fidare” così nascosi i 4 bimbi dietro al distributore automatico e per tenerli buoni dovetti finire la mia scorta anti-UrladiRosaria di tronky.

Rosaria Urla, ma ho finito le scorte, Mamma è alla 502, mia moglie sta facendo le valigie, alle 15 arriva l’ambulanza, ci ha detto che vuole tornare a casa sua, dopo 6 giorni è morta davanti ai miei occhi. Voglio ricordarla così come è vissuta; amando e pensando prima agli altri, soprattutto quelli “più sfortunati”, e poi, solo un po’, a se stessa. Cià Mà.