L’ommo ne è padrone e a volte schiavo
Ma anche la donna non disdegna all’occasione
Se è forte dalle viscere il richiamo
di dare sfogo al libero acquazzone
che sia piazzol di sosta oppur campagna
acala la vrachetta senza indugio
mano sul fianco e coscia aperta larga
dallo schizzio ai piedi dai rifugio
l’aria sul viso e in sopra la capocchia
ti colma l’animo di gioia e di sollazzo
e dal solliev del ventre al fine sboccia
maestoso rio che ha fonte dal tuo cazzo
contempli il suo avanzare incuriosito
giocandoci a creare nuovi corsi
formiche affoghi e poi ti bagni un dito
ma ne val la pena non aver rimorsi
il sole in fronte e l’aria un po’ frizzante
davanti un ciel stellato o un panorama
ogni problema dal cuore tuo è distante
miglior istante nessun uomo brama
al fine due o tre flessioni sui ginocchi
muscoli rilassati e un gran sospiro
lo scutulei e anche un po’ scapocchi
forse è il nirvana o solo un capogiro
apponti la vrachetta e il mondo è nuovo
per pochi istanti tutto appar migliore
dell’usignol par di sentire il suono
ignori della prostata il bruciore
dei piccoli piaceri il mondo è pieno
ma lo pisciar all’aria è il preferito
potrà sembrare strano oppure osceno
ma è quello più vicino all’infinito
amico caro non perdere occasione
se la vescica colma la sua ampiezza
in ogni dove acalati il cazone
colma la terra d’amore e di pisciazza.
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