mercoledì 22 marzo 2017

il Putecaro Curnuto e Piecuro



Quando ero criaturo capitava spesso che papà si arritirava dopo lavoro con degli generi alimentari.
Quando non si trattava di primizie di stagione ancora ancora mammà non gli diceva niente; Fravole, Cerase, Nespole, Ceveze, Mellunesse Americane etc.. o qualsiasi altro ortofrutto da serra lasciato macerare al sole sulle bancarelle agli “angoli delle rotonde” della Benedetto Cozzolino.
Anzi mammà apprezzava quel gesto di romanticheria omma che aveva come significato: “Donna, ho pavato 10 volte tanto della frutta cancerogena che tra un mese la vendono 1000lire al quintale solo per te! Mo miettiti a pulezzare questi 8 chili di cozzeche pelose oì!” e mammà non prendeva le cozzeche e ce le chiavava in faccia perché all’epoca la femmina capiva e apprezzava l’ommità, non come adesso che le femmine vogliono il fidanzato senzibile, emotivo, attento e depilato ( se oggi non ci esiste più l’ommità è colpa delle femmine) e alla fine si smezzava la fresella spugnata sotto alla mpepata di cozzeche con papà come dentro a Lillilvagabondo.
Capitava invece altre volte che papà si arritirava con generi alimentari ordinari. Non perché papà volesse aiutare in casa e andava a fare la spesa di sua sponte, ma probabilmente perché aveva perso una scummessa con qualche amico, quei fatti tipo:
“Uà Aità, stamattina mi ho mangiato un purtuallo di Palermo che era troppo frisco zucuso!”
“Ah, buoni i purtualli di Palermo, pure a me mi piaciono assai!”
“Si ma tu i purtualli di Palermo che mi mangio io non te li hai mai mangiati!”
“E Perché scusa?”
“Io li vado a prendere da un verdummaro che canosco solo io che alla matina si sceta alle 2, si prende il traghetto per Palermo e va arrubbare i purtualli da dentro a una villa Borbonica sotto all’Etna, che quella la lava fresca ci da la Zucosità!”
Allora Papà ferito nell’orgoglio purtuallo (e non avendo nozioni geografiche adeguate) si faceva accompagnare da questo fantomatico verdummaro ( probabilmente parente dell’amico suo) che ci ammollava 20 chili di purtualli alla quotazione quotidiana in borza dell’argento puro e alla fine erano gli stessi fetentissimi purtualli che mammà comprava dal verdummaro sotto casa e pagava 500lire alla tonnellata però ce ne stava qualcuno incartato con la carta velina rossa col carretto siciliano stampato sopra.  
Stesso discorso valeva per il pescatore che andava a prendere le alici a Cetara e invece erano alici del puorto di Torre del Greco, il pane di Sanbastiano igp cotto a fascine che invece era cotto con i tauti dei muorti scavati e gli stantoli delle porte, i pomodorini del piennolo che per coglierli il contadino facava Freeclimbing sul monte Somma e invece erano cresciuti in una terra adiacente alla discarica fuori al cimitero etc.. etc..  
Allora in quel caso mammà non lo guardava manco in faccia per non umiliarlo troppo e ci diceva serafica “Aità, t’ann fatt fess!”. Papà a quel punto capiva e si ritirava in buon ordine.
Mo che pure io sono adulto, mi capita qualche volta di andare a comprare qualche genere alimentare ed effettivamente ho notato che il putecaro di turno tiene questa tendenza a menare dentro l’ommo. Pensa in capa a isso “L’ommo è poco abituato a fare la spesa mo ci ronco lo scarto dei friarielli tanto isso non se ne accorge”. Com’infatti quando traso in una puteca vengono subito segnalato con gesti inconsulti dal giovane di puteca al masto come a dire “Oilloc o pullastro oì” e quando chiedo qualcosa spesso e volentieri tra un “Dottò, non ve ne incaricate” e un “Vi farò un servizio che non dimenticherete” mi ritrovo sempre con la frutta fracica, il pesce scongelato e la robba scaduta che Mugliera giustamente quando mi arritiro mi mortifica nell’ommità.
Allora ho trovato un escamotiage per evitare di essere menato dentro, all’inizio provavo a sbattermi un poco a femminiello, cercando di mascherare la mia ommità, in modo tale da confondere il putecaro ma il trucco poi si è sgamato perché vesto troppo male per essere gay. Allora quando vedo che il putecaro sta scavando nel contenitore dell’umido per riempire le mie buste proclamo solenne la frase: “Datemele buone che non sono per me. So per le Creature!”.
A quel punto è come se avessi giocato una specie di Jolly; se il putecaro ha una coscienza si immagina e queste povere creature che già hanno avuto la sfortuna di ritrovarsi un padre scemo e mezzo femminiello adesso si devono mangiare pure la frutta faceta? Allora preso da un impeto di Barbaradursismo va nel retrobottega e mi da la frutta che tiene da parte per i clienti ricchi e mi arregala pure gli odori(che in verità regala a tutti ma io non lo sapevo e ce la pavavo sempre). Se invece trovo il putecaro infame, esso rimane impassibile al mio richiamo alle creature  e mi ammolla lo stesso lo sfriddo di magazzino. Allora capisco che è Putecaro cattivo, cornuto e piecuro  e non ci torno più.
Col tempo lo stesso criterio lo ho applicato ai rapporti umani in generale. Quando intuisci che qualcuno sta cercando di chiavartelo in culo, sul lavoro, in famiglia, tra gli amici etc.. tu giocati la carta “Criaturo”. Insinua il dubbio nella persona interloquita che quel danno che stanno cercando di arrecare a te in realtà e un danno che ricadrà sui tuoi figli perché alla fine, come tutti, tutto quello che fai nella vita lo fai esclusivamente per loro. Se la Persona rimane comunque impassibile allora è infama nell’animo e non ci sta soluzione di redenzione. Allò, sient a me,  leva mano e non ci tornare più addù stu curnuto e piecuro.

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