Vivo una vita sulagna. Ho eliminato consapevolmente
qualsiasi contatto umano, non ho amici, limito i contatti con i parenti alle
feste comandate, evito di uscire di casa se non strettamente necessario, tipo
per andare a fare la spesa o al pronto soccorso. Sono felice della mia scelta
di vita, non mi lamento, anzi, tutti i giorni ho conferme continue al fatto che
sia stata una scelta più giusta. Capita a volte però che per forza di cose
debba inoltrarmi in contesti sociali che prevedono anche un minimo contatto
umano. Non mi da fastidio, lo faccio volentieri, anche perché riesco sempre a
mantenere un distacco quasi scientifico nei confronti di questi curiosi animali
che voi chiamate persone.
Stamane, per esempio, si è scassata la machina e ho dovuto
accompagnare le creature a scuola a piedi. Al ritorno ho visto il solito stormo
di mamme pancine starnazzanti sedute ai tavolini fuori al bar, puoi udire il
loro chiacchiericcio bisbiglioso a centinaia di metri di distanza, si muovono alternanti
con movimenti bruschi del busto tendenti, quasi minacciose, l’una verso l’altra
ed emettono una raffica di inciuci non indifferente difficilmente decifrabili
da altri animali, nel mentre bevono il loro caffè lungo macchiato freddo alla
nocciola e cacao amaro che farebbe venire la sciorda anche a un ippopotamo
stitico al primo sorso. Ho notato in loro uno strano comportamento; al passare
di un altro essere umano esse si bloccano e si ammutoliscono all’unisono come
le cicale, riprendono una posizione semieretta e assumono una espressione a
metà tra Angelo Rizzo, Berlusconi in Calore e Bombolo e fanno partire una
specie di scanner laser invisibile che però la vittima passante può sentire muoversi
addosso distintamente dalla punta delle scarpe fino all’ultima ciocca di
capelli, che in pochi secondi immagazzina tutti i dati utili ad iniziare un
eventuale prossimo inciucio/pettegolezzo/cufecchia. Stamattina ci ho dato
soddisfazione: Scarpe inzavate, tango la stessa tuta da 3 giorni con la felpa
con la cerniera rotta e la tasca scusuta dalla quale si intravedono una mappata
di muccaturi spuorchi causa allergia, non mi faccio la barba da sabato e non mi
sono manco lavato la faccia. Lo scanner laser deve però avermi classificato
come zincaro e/o barbone, quindi immune da inciucio, e le pancine deluse sono
tornate quasi subito al loro moccaccino marocchino tiepido lassativo. Qualcuna
deve avermi anche riconosciuto, magari mi ha visto altre volte prendere le
creature fuori da scuola, ma non mi ha salutato perché non ero in compagnia di
mugliera e il codice etico della pancina non concepisce come moralmente
adeguato salutare un uomo ammogliato non accompagnato da consorte perché
potrebbe essere interpretato come segno di civetteria dagli astanti.
Una giovine studentessa vestita come un trans brasiliano che
deve esibirsi alla Sonrisa dopo la pasta e fagioli con le cozzeche alla
comunione del figlio del boss locale, probabilmente in procinto di andare a
sostenere un esame universitario, mi intravede e cambia marciapiede, ritenendomi
preventivamente indegno di eventuali sguardi rattusi in quanto, come già sopra
descritto, non indosso camicie aperte clayton con i pili rasati in bella vista,
occhiali cinesi Guccio, pantaloni taglia 58 slimfit a zompafuosso, mocassini scamosciati
color pastello e non ho fatto dieci lampade negli ultimi sette giorni.
Un viecchio parcheggiato in divieto di sosta con la sua
panda giallo canarino (ci deve essere una convenzione fiat/inps/canarini) tiene
lo stereo a tutto volume sulle informazioni del traffico che segue con una
certa apprensione emettendo una sequenza jastemma/imprecazione politica/colpa
immigrati quasi litaniosa quando viene a sapere che ci sono code sparse sull’A1
tra Roncobilaccio e Barberino in direzione Sud nel mentre io mi domando se
quella panda ha mai varcato i confini della provincia di Napoli o meglio se ha
mai superato le colonne d’Ercole del Santuario di Pumpei.
Mi arriva l’ennesimo sms dalla tim. Dopo che ho disdetto l’offerta a causa del
mio stile di vita che mi rende quasi superfluo l’uso del telefonino me ne
arriva uno al giorno dove la tim mi offre minuti, giga e tante altre cose
completamente inutili ribassando continuamente il costo che comunque per
qualcosa di inutile è pur sempre troppo.
C’hanno nu poco rutto o’ cazz.
Li chiamo.
“Pronto Tim?”
“Salve sig.Saittello ci chiama per l’ultima offerta che le
abbiamo mandato?”
“Si si, come no, Gentilmente mi disattivate pure la connessione dati e
gli sms. Grazie. Buongiorno”