mercoledì 22 maggio 2019

Una vita sulagna.

Vivo una vita sulagna. Ho eliminato consapevolmente qualsiasi contatto umano, non ho amici, limito i contatti con i parenti alle feste comandate, evito di uscire di casa se non strettamente necessario, tipo per andare a fare la spesa o al pronto soccorso. Sono felice della mia scelta di vita, non mi lamento, anzi, tutti i giorni ho conferme continue al fatto che sia stata una scelta più giusta. Capita a volte però che per forza di cose debba inoltrarmi in contesti sociali che prevedono anche un minimo contatto umano. Non mi da fastidio, lo faccio volentieri, anche perché riesco sempre a mantenere un distacco quasi scientifico nei confronti di questi curiosi animali che voi chiamate persone.
Stamane, per esempio, si è scassata la machina e ho dovuto accompagnare le creature a scuola a piedi. Al ritorno ho visto il solito stormo di mamme pancine starnazzanti sedute ai tavolini fuori al bar, puoi udire il loro chiacchiericcio bisbiglioso a centinaia di metri di distanza, si muovono alternanti con movimenti bruschi del busto tendenti, quasi minacciose, l’una verso l’altra ed emettono una raffica di inciuci non indifferente difficilmente decifrabili da altri animali, nel mentre bevono il loro caffè lungo macchiato freddo alla nocciola e cacao amaro che farebbe venire la sciorda anche a un ippopotamo stitico al primo sorso. Ho notato in loro uno strano comportamento; al passare di un altro essere umano esse si bloccano e si ammutoliscono all’unisono come le cicale, riprendono una posizione semieretta e assumono una espressione a metà tra Angelo Rizzo, Berlusconi in Calore e Bombolo e fanno partire una specie di scanner laser invisibile che però la vittima passante può sentire muoversi addosso distintamente dalla punta delle scarpe fino all’ultima ciocca di capelli, che in pochi secondi immagazzina tutti i dati utili ad iniziare un eventuale prossimo inciucio/pettegolezzo/cufecchia. Stamattina ci ho dato soddisfazione: Scarpe inzavate, tango la stessa tuta da 3 giorni con la felpa con la cerniera rotta e la tasca scusuta dalla quale si intravedono una mappata di muccaturi spuorchi causa allergia, non mi faccio la barba da sabato e non mi sono manco lavato la faccia. Lo scanner laser deve però avermi classificato come zincaro e/o barbone, quindi immune da inciucio, e le pancine deluse sono tornate quasi subito al loro moccaccino marocchino tiepido lassativo. Qualcuna deve avermi anche riconosciuto, magari mi ha visto altre volte prendere le creature fuori da scuola, ma non mi ha salutato perché non ero in compagnia di mugliera e il codice etico della pancina non concepisce come moralmente adeguato salutare un uomo ammogliato non accompagnato da consorte perché potrebbe essere interpretato come segno di civetteria dagli astanti.
Una giovine studentessa vestita come un trans brasiliano che deve esibirsi alla Sonrisa dopo la pasta e fagioli con le cozzeche alla comunione del figlio del boss locale, probabilmente in procinto di andare a sostenere un esame universitario, mi intravede e cambia marciapiede, ritenendomi preventivamente indegno di eventuali sguardi rattusi in quanto, come già sopra descritto, non indosso camicie aperte clayton con i pili rasati in bella vista, occhiali cinesi Guccio, pantaloni taglia 58 slimfit a zompafuosso, mocassini scamosciati color pastello e non ho fatto dieci lampade negli ultimi sette giorni.
Un viecchio parcheggiato in divieto di sosta con la sua panda giallo canarino (ci deve essere una convenzione fiat/inps/canarini) tiene lo stereo a tutto volume sulle informazioni del traffico che segue con una certa apprensione emettendo una sequenza jastemma/imprecazione politica/colpa immigrati quasi litaniosa quando viene a sapere che ci sono code sparse sull’A1 tra Roncobilaccio e Barberino in direzione Sud nel mentre io mi domando se quella panda ha mai varcato i confini della provincia di Napoli o meglio se ha mai superato le colonne d’Ercole del Santuario di Pumpei.
Mi arriva l’ennesimo sms dalla tim.  Dopo che ho disdetto l’offerta a causa del mio stile di vita che mi rende quasi superfluo l’uso del telefonino me ne arriva uno al giorno dove la tim mi offre minuti, giga e tante altre cose completamente inutili ribassando continuamente il costo che comunque per qualcosa di inutile è pur sempre troppo.
C’hanno nu poco rutto o’ cazz.
Li chiamo.
“Pronto Tim?”
“Salve sig.Saittello ci chiama per l’ultima offerta che le abbiamo mandato?”
“Si si, come no, Gentilmente mi disattivate pure la connessione dati e gli sms. Grazie. Buongiorno”         

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