Negli anni 60 Ischitella è un lussuoso luogo di
villeggiatura oltre ad essere un grazioso borgo di pescatori, capitò che nel
1965 per puro caso si ritrovarono in vacanza tutte insieme le mamme dei futuri
deputati del PDL.
E fu a quel punto si verifico un vero e proprio cataclisma,
praticamente quando le mamme di futuri deputati del PDL si buttavano a mare per
farsi il bagno dopo un po’ che stavano ammollo le si vedeva sobbalzare
cacciando dei gridolini tipo “uh..uhuh..uuuuh”.
Il giorno dopo i pescatori buttarono le reti in mare è non
presero nemmeno un pesce, e così il giorno dopo e il giorno dopo ancora,
cosicché presi dalla disperazione decisero di riunirsi per trovare una
soluzione; uno dei pescatori si ricordò che in paese viveva una vecchia star
locale che si era ritirata dalle scene proprio nel suo momento di maggiore fama
senza un preciso motivo, costui era un cantante rockabilly che faceva le cover
di Elvis, Bobby Solo, Little Tony ecc.. per gli americani che nel dopoguerra
venivano in villeggiatura qui da noi, e nonostante l’inattività aveva ancora un grosso seguito. Allora decisero di
andare da lui per chiedergli di organizzare il suo trionfale ritorno sulle
scene in un concerto per raccogliere fondi per i pescatori in difficoltà. Il
cantante in questione era il famoso Riccardo Marinato in arte Rick Marenare che però prima di dire si però si prese un
lungo periodo di riflessione. Per questo si diffuse nel paese il modo di dire
tutt’ora in uso: “ O Rick Marenare ..o Pover Piscator!”
Nell’800 la carne era un bene di lusso, il popolino non potendo ovviamente
permetterselo aveva inventato tutta una serie di credenze popolari intorno a
esso che per lo più riguardavo la perdita del senno. Forse inoltre queste
credenze erano anche fondate, perché non esistendo ovviamente allora i
controlli, il frigo, l’asl ecc.. la mucca pazza regnava incontrastata tra i
consumatori di carne. Proprio per queste credenze i macellai avevano enormi
difficoltà ad arruolare garzoni, giovani di bottega ecc disposti a lavorare a
contatto con la malefica carne per tutto il giorno, quindi spesso erano
relegati a fare questo lavoro i giovani più cretini e deficienti del paese. Essendo
un bene di lusso poi la carne doveva essere sorvegliata anche la notte per
evitare eventuali furti e spesso questi garzoni erano costretti a dormirci
sopra per sorvegliarla. E da questa usanza che si diffuse il simpatico modo di dire:
“A Carn Asott e E’ Maccarun Acopp”.
Non tutti sanno che prima dell’avvento dei motori a scoppio
le persone come mezzo di locomozione non usavano solo i cavalli, i carri ecc..
ma era consueto, specialmente tra le classi meno abbienti, il trasporto in
braccio o sulle spalle. Spesso svolgevano questa attività i giovani più robusti
che in cambio di un “biglietto” (una banconota) ti trasportavo in braccio da un
luogo all’altro. Quando poi un paio di generazioni dopo nacquero le automobili,
gli autobus, i tram ecc i giovani si ricordavano dei loro antenati che svolgevano
tale attività in tempi non sospetti e orgogliosamente esclamavano il modo di
dire in uso ancora oggi. “si o'Nonno tenev e Rote er nu Tram”
Negli anni trenta nacquero i ladri d’appartamento, spesso e
volentieri si trattava di vere e proprie bande di criminali che accedevano agli
appartamenti delle vittime soprattutto passando per la rete fognaria oppure
dagli scantinati ecc… tutti luoghi comunque molto bui, per questo inventarono
quello che oggi è comunemente conosciuto come Gruppo Elettrogeno ma allora era
a manovella e si chiamava “O’Lume A’Pugnett”.
Gli addetti all’uso del Lume erano due e insieme formavano il cosiddetto “Palo”,
che non è, come molti erroneamente pensano, la sentinella della banda che
avvisava nel caso arrivassero le forze dell’ordine, ma semplicemente deriva da
“Palo della Luce”.
Il “Palo” era composto da: l’addetto all’uso della
manovella; di solito il più famoso masturbatore del quartiere, e da colui che reggeva la Lanterna, e data la luce
accecante del marchingegno di solito era un non vedente. Da ciò deriva il modo
di dire “A Lanterna Man e Cecat”.
Negli anni 50 erano molto diffuse le case di tolleranza,
però purtroppo nel dopoguerra e con l’avvento del boom economico era molto
difficile trovare giovani carine disposte a imparare il mestiere più vecchio
del mondo, quindi spesso erano delegate alla prostituzione anche donne non di
bellissimo aspetto. Al massimo ogni casa di tolleranza poteva permettersi il
lusso di avere nel suo staff solo una giovane dall’aspetto gradevole, e spesso
i bordelli se le contendevano come accade oggi con le squadre di calcio e i
calciatori. Essendo ovviamente molto richieste ai clienti capitava di poter
inzupparsele molto raramente ed era considerato quasi un terno all’otto. Da qui
il detto: “Pigliat a Bona ca a Malament nun manca maje”.
Come è noto negli anni 50-60 le famiglie erano molto
numerose e spesso vivevano al limite della miseria. L’igiene personale non era
ancora concepita come oggi ma il benessere economico cominciava a far avanzare
pretese al riguardo soprattutto alle donne, da sempre più attente all’igiene.
Purtroppo spesso nelle case c’era un solo bagno o addirittura esistevano i
bagni condominiali. Quindi succedeva che un giovine quando aveva appuntamento
galante con una ragazza dovesse comunque aspettare il proprio turno per la toletta, e
quindi spesso e volentieri era in ritardo ed era costretto ad arronzare
l’igiene intima e pur sapendo che alla fidanzata ciò non sarebbe piaciuto, ed
avrebbe procurato una lite, usciva comunque commentando rassegnato “Ascimm a
Pisc Fetient”
C’era una volta la mamma di Silvio…. Vabbuò nun da rett…
“Ngnik Ngnak int a Buttegl”