Ieri sono andato al pronto soccorso, non facciamo nomi, un
pronto soccorso in provincia di Napoli, perché purtroppo mio suocero non si è
sentito bene, niente di grave eh, teneva solo la pressione a 800, aveva il
colorito di un Super Santos e dai peli delle recchie usciva del fumo tipo
solfatara, giustamente mia suocera fino al nostro arrivo non se ne era
preoccupata affatto, essendo una strega maledetta pensava che con la formula
magica “Nun o’ da retta, chill sa vippet o’ vino!” il marito sarebbe guarito miracolosamente,
ma quello si sa i suoceri per le suocere sono solo dei maggiordomi filippini,
però vecchi, che servono solo a portare le borse della spesa, a guidare e a
prendersi la colpa di tutti i mali dell’universo. Se stava male il gatto,
allora avrebbe chiamato una ventina di volte e si sarebbe fatta accompagnare dal meglio
veterinario della Campania che, dopo essersi intascato un centinaio di euro
senza fattura, le avrebbe detto che la bestia immonda aveva bisogno di un
clistere che ovviamente avrebbe dovuto fare mio suocero, e se il gatto non
fosse stato bene entro 30 secondi ovviamente la colpa sarebbe stata di mio
suocero che non gli ha fatto bene il clistere.
Figuratevi, io non ho niente contro le suocere, ne conosco
anche alcune che sono accettabili, ovviamente però delle Femmine in età
avanzata, senza poter fare sesso, economicamente stabili, senza un cazzo da
fare dalla mattina alla sera, bombardate da 20 anni da mediaset, dopo un tot di
anni scoprono la fusione dell’atomo del cacamiento di cazzo, e diventano geishe
della secreta arte della picchiettatura, stuccatura e tinteggiatura della
uallera.
Le peggiori poi sono quelle animaliste, figuratevi io non ho
niente contro gli animalisti, ne conosco anche alcuni che sono accettabili, il
problema è che le suocere animaliste sono un po’ come gli uomini che montano un
mobile ikea con la brucola e si sentono novelli San Giuseppe, o quelli che si
comprano una Canon e si sentono fotografi professionisti, o come quelli che vanno
a gettare il sacchetto della spazzatura a passo svelto e credono di aver fatto
sport ( io ho fatto tutte e tre le cose), insomma io odio gli animalisti della
domenica, non quelli che stanno attenti anche a quale shampoo comprare perché
alcune multinazionali cosmetiche avrebbero potuto farci lavare le auto dei
dirigenti da dei cuccioli di babbuini, ma quelli che se al ristorante se tu
ordini un bel coniglio alla cacciatora ti guardano come se stessi mangiando la
coscia di un bambino del Ruanda, mentre loro addentano una tracchiullella con la
stessa foga di un tedesco all’Octoberfest spolpandola fino all’osso e evitano
di spaccare l’osso sull’orlo del tavolo e succhiarne il midollo solo perché
sono in pubblico, perché si sa, il coniglietto non può morire perché è
bellillo, povera bestiolina coccolosa, ma il puorco può pure gettare il sangue
tra atroci sofferenze perchè puzza e si lava nella lutamma, st’omm e merd,
squartiamolo e mangiamoci pure le palle.
Ma torniamo al pronto soccorso, spesso mi chiedo se
scrivendo di alcuni personaggi voi potreste pensare “vabbuò mo hai cacato fuori
dal secchio” nel senso che magari alcuni personaggi della vita reale potrebbero
sembrare la becera caricatura di un caratterista delle peggiori commedie
all’italiana degli anni 80, eppure, spesso e volentieri, nella vita reale si
incontrano persone nei confronti delle quali Jimmy il Fenomeno potrebbe
sembrare Sergio Castellitto.
A proposito, io non ho niente contro i Castellitti, ne
conosco anche alcuni che sono accettabili, però da quando è uscito Tony
Servillo, diciamocelo, il Castellitto mi è diventato superfluo, come Giuliano
Gemma per Terence Hill, Megalomen per i Power Rangers, Pippo Baudo per Carlo
Conti ecc..
Forse però adesso sto divagando, io non ho niente contro
quelli che divagano, ne conosco anche alcuni che sono accettabili, eravamo
arrivati al pronto soccorso, la velocità dell’auto ha raggiunto il picco
massimo dei 40 km/h
perché a mio suocero faceva male la testa e avrebbe potuto vomitare, e
ovviamente, nella scala delle priorità di mia suocera il dover viaggiare in un
auto che puzzava di vomito era oltremodo più grave di un eventuale ictus di mio
suocero, se era il gatto che teneva i mal di testa e il vomito allora avrei
dovuto correre all’impazzata, farmi vomitare pure nei cazzettini se necessario
e farmi scortare dalla polizia come un novello Billy Cristal e i suoi
spermatozoi morenti.
A proposito, io non ho niente contro i gatti, ne conosco
anche alcuni che sono accettabili, anzi con alcuni di loro ho raggiunto anche
dei compromessi equi: tu non cachi il cazzo a me e io evito di scamazzarti con
la macchina, perché se ti metti a miagolare fuori alla porta come se ti
stessero uncinando le palle, che tra l’altro non hai più, ricchione maledetto,
un calcio in bocca con gol nel set del gazebo, manco fossi Andrè Cruz, non te
lo leva nessuno, perché io non sono come quelli che se Striscia la Notizia fa vedere dei
poveri cuccioli di dalmata abbandonati sulla tangenziale cambio canale perché
non mi firo di vedere mentre se passa la pubblicità dei bambini africani che
hanno bisogno del vaccino contro la varicella me ne passo per il cazzo e
continuo a gustarmi il mio zighinì eritreo con la piadina romagnola sotto che
fa tanto cucina etnica, sempre per il discorso di cui sopra che il gatto non
può prendersi manco un calcio in culo mentre il porco, spuorco e zuzzuso, lo
possiamo aprire come una marenna dalla gola al buco del culo, perché ci
dobbiamo mangiare pure gli organi interni, “ma quello il gatto mi vuole bene,
mi fa le fusa”, la bestia immonda ha tre neuroni: mangiare, cacare e chiavare,
tolto l’ultimo perché tu, dato gli vuoi tanto bene, gli hai fatto tagliare le
palle, la bestia ti caca solo perché gli dai del cibo “ma non è vero quello si
fa pure coccolare!” e vabbè la bestia ha tre neuroni ma non è scema, pure io se
trovassi a uno che mi porta da mangiare tre volte a giorno e dopo mi fa pure un
bucchino mica gli dico niente.
Ma forse sto divagando un’altra volta, io non ho niente
contro quelli che divagano ripetutamente, ne conosco anche alcuni che sono
accettabili, siamo entrati al pronto soccorso e non c’era nessuno, sulla porta
del pronto soccorso c’era un foglio A4 con su stampato in Arial: “Prima di farsi visitare passare per l’accettazione”,
ho intuito che l’accettazione doveva essere quel vetro col buco al centro dove
dietro c’era una scrivania, un monitor vintage e il manifesto del pellegrinaggio
a Pietralcina organizzato dalla vicina parrocchia, ma di qualche essere vivente
neanche l’ombra, allora mi sono fatto coraggio e ho valicato la porta sacra nonostante
le rure minacciose in Arial. Entrando pensavo di trovare l’apocalisse, se non
c’era nemmeno un infermiere libero che potesse stare all’accettazione vorrà
dire che minimo minimo è caduto un aereo nel cratere del Vesuvio e stanno
riassemblando con le farfalline e le ciappe un gruppo di turisti Giapponesi
scambiando i pezzi dei corpi, che tanto si sa che i Giapponesi sono tutti
uguali, evitando di attaccarci i peni che tanto si sa i Giapponesi ce l’hanno
piccolo, a proposito io non ho niente contro i Giapponesi, ne conosco anche
alcuni che sono accettabili, cioè non li conosco, però conosco un cinese che ha
un negozio qua vicino dove vende i giocattoli cancerogeni a 2 € al chilo, a
proposito, se non si è capito, io non ho niente contro quelli che fanno le
battute sui luoghi comuni razziali, ne conosco anche alcuni che ne fanno di
accettabili, io no, non mi vengono bene.
Invece il corridoio del pronto soccorso era desertico,
c’erano tre stanze in cui si intravedevano poveri cristi buttati su delle
barelle e con un lavaggio attaccato al braccio che tra l’altro sembrava sempre
lo stesso, ma di infermieri, medici, portantini ecc.. nemmeno l’ombra. Mi sono
addentrato fin dentro a un reparto, anch’esso desertico, ma niente, calma
piatta, dopo aver passato più di mezz’ora in auto con mia suocera che ciarlava
a mitraglietta mi è venuto un pensiero da Quarto Grado “e se mo ero un pazzo?
Sarei entrato senza controllo alcuno e avrei potuto squartare un bambino che si
doveva fare l’appendicite senza che nessuno mi dicesse niente?” poi sono
tornato in me e ho pensato “Vabbè comunque sarebbe stato meglio farsi squartare
da un pazzo piuttosto che farsi fare l’appendicite qua dentro” poi mi sono
definitivamente disuocerato quando mi sono ricordato che i bambini che si devono
fare l’appendicite si sono estinti nel 1989.
Dopo circa 15 minuti di nomadismo ospedaliero ho individuato
la stanza degli infermieri, in teoria non ci sarei potuto entrare ma il mantra
di mia suocera aveva fatto il suo dovere “Quello negli ospedali se non fai la
faccia tosta non ti cacano proprio, voglio vedere se mo’ era entrato un
cammorista se non scattavano sugli attenti!” ormai ero sotto ipnosi da Barbara
D’Urso e a un paio di degenti con le coliche renali ci ho fatto pure la faccina
triste.
Quindi entro, c’erano 7-8 persone vestite da dottori o
infermieri però tutti diversi, cioè qualcuno teneva la divisa verde, altri
quella fucsia, qualcuno il camice, qualcun altro teneva il pantalone fucsia e la
maglia verde ecc. però tutti avevano le Crocs che si sa che sono stati i primi
a portarle e ci tengono assai a questo primato, e stavano guardando la tv su uno schermo
gigante di ultima generazione coperti da un paravento, essendo sotto ipnosi avevo capito
che dovevo fare il camorrista con la faccia tosta senza però far incazzare
nessuno perché “quelli poi ti prendono sopra agli occhi e ti fanno le siringhe
d’aria che muori dopo qualche giorno per embolia”, la suocera più un infanzia a
vedere Ken il Guerriero con gente che moriva in differita mi hanno convinto ad
arretrare e optare per un deciso “Dottore!!! Dottore!!” con la cadenza e
l’intonazione del più famoso “Avvocato Cascione! Avvocato Cascione!” marcando
l’accento appositamente perché si sa i camorristi non parlano bene in italiano.
A proposito, io non ho niente contro i camorristi, ne
conosco anche alcuni che sono accettabili, e nemmeno voi avete niente contro i
camorristi, sentite a me, fatevi i cazzi i vostri che campate cent’anni, che
poi non è vero che campate cent’anni perché se vi fate i cazzi vostri questi vi
ammazzano tra diossine, rifiuti tossici o qualche colpo di pistola vagante,
però tanto capita sempre agli altri mica a voi, fatevi i cazzi vostri che
campate cent’anni finchè non vi uccidono.
La mia cattiva imitazione del Malacarne aveva dato i suoi
frutti perché si alza uno vestito da dottore finito cioè con tutti i capi in
coordinato e alta uniforme: pantalone verde, maglia verde e camice bianco
addirittura abbottonato, avrà avuto 55-60 anni con gli occhiali, che
rassicurano sempre, e la zella, anch’essa abbastanza rassicurante, gli dico che mio suocero ormai è diventato una
pentola a pressione e comicia a dare i numeri, ha scambiato mia suocera per un
matarazzo, la figlia per una montain bike con cambio Shimano e a me per Giorgio
Mastrotta, lui non risponde, non dice niente, con andatura ospedaliera, cioè
strusciando le Crocs a passo di bradipo, si dirige verso la stanza N°3,
intuisco che devo seguirlo, arrivati alla stanza n°3 ci sono due barelle, una
occupata da un vecchio palesemente in coma e l’altra libera, il dottore mette
un lenzuolino trasparente in finta carta su quella libera, allora intuisco che
devo farci stendere mio suocero, prende la macchinetta della pressione, gle la
misura, dopodichè esce sempre con andatura ospedaliera, senza proferire mezza
parola, nonostante le ciarle incalzanti di mia suocera, comincio a stimarlo e a
capire che siamo in buone mani.
Dopo poco arriva un infermiera, con la maglia verde, i
pantaloni fuscia e un maglioncino di lana bianco, senza cacarci manco di
striscio come fossimo ectoplasmi prende una siringa la prepara e la appizza nel
deretano di mio suocero, lei però essendo femmina non fu immune a mia suocera
alla quale lanciò un occhiataccia insieme a un inappelabile “sta megl e
me!”.
Il suocero comincia a pisciare come un idrante a una
manifestazione NoTav e la pressione comincia a scendere, eravano lì da un’ora
circa, nessuna diagnosi, tre o quattro sillabe pronunciate, surrealismo a
secchiate, riccottismo acuto e nessun segno di professionismo medico alcuno,
eppure il suocero stava meglio, comincio a rivalutare tutti i miei pregiudizi,
sono una persona pragmatica e se questi quattro mangiaricotta avevano guarito
mio suocero nonostante tutto per me avevano fatto il loro dovere, devo smetterla
di fare il qualunquista, ripetere sempre “io non ho niente contro questo o
quest’altro… ne conosco anche qualcuno accettabile ecc..” come diceva Toò “è la
somma che fa il totale!” .. i conti si fanno alla fine, così pieno di fiducia
verso il prossimo e fiero di aver estratto una lezione di vita da tutta quella
situazione mi avvio verso la stanza degli infermieri, ormai non più
invalicabile, per ringraziare il medico e prendere il foglio di via.
Entro e la scena è rimasta immutata, 7-8 tra infermieri e medici
vestiti alla resinara che guardano la tv, vabbè non fa niente, l’importante è
che poi fanno bene il loro dovere… oh ma c’è una partita stasera? ma il Napoli
non gioca domani?... e lì mi è caduto il mondo addosso, guardavano la juve e
dai sobbalzi dalle sedie, unici movimenti che rompevano l’immobilismo, si
capiva che erano anche juventini, non ho detto niente a mio suocero perché se
scopriva che era stato curato da dei juventini si sarebbe preso a morsi l’avambraccio
per zucarsi la lasix come il veleno di una vipera, che poi non erano
semplicemente juventini ma napoletani che tifano per la Juve, io mo non ho niente
contro i napoletani che tifano per la
Juve, si vabbè, O’CAZZ! Io li schifo per mano di legge, e non
ne conosco nemmeno uno accettabile, quelli so peggio delle suocere, degli
animalisti, dei gatti, di Sergio Castellitto, dei Giapponesi, dei Cinesi, di
quelli che divagano ripetutamente, dei camorristi, degli infermieri e i medici ricuttari... e dei juventini. A SPACCIMM RA GENT!
Nessun commento:
Posta un commento