martedì 15 luglio 2014

Ode al Callo Di Trippa



Il fier trerruote è la tua carrozza

Sovrano incontrastato del mercato

Felere di limon apparano la puzza

 Se sol ti vedo già sono affamato

Della vaccina el puorco tu saresti scarto

Ma per fortuna ancora luogo esiste

dove ti scose come fosse sarto

Il carnaccutaro e l’arte sua resiste

il centopelle come velluto affina

il pere doma con il coltelaccio

la lengua scostumata ancor depila

e il musso affella senza alcun intralcio

ti schiea per dentro a un cuoppo oleato

t’annaffia del sacro limon sfusato

di aulive e lupini al fine sei adornato

e da un bel cuorno lui ti fa salato 

t’annuso come fossi una picchiacca

quel fieto che la femmina respinge

ma l’ommo attira e anche se è una vacca

par che l’ormone non s’accorge o finge

e con le mani al fine io ti agliotto

di sciorda e di colera non curante

del tuo sapore sono troppo ghiotto

e del tuo fetore sono fedel amante

e quando addento una fella di zizza

con tutto il mio sensuale entusiasmo

come fosse di donna a me m’attizza

mi sembra quasi di avere un orgasmo.

Oh caro callo di trippa son tuo schiavo

Al mondo mi confesso senza vergogna

Forse perché è da tanto che non chiavo

Ma io t’amo pure se tu fieti di fogna.



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