lunedì 31 luglio 2017

Ora di cena. Il Telefono squilla.

Ora di cena.
Il Telefono squilla. 
Driiiin Driiiiin.. 
"Chi cazz è ca romp o cazz a chest'ora?"
"Uffa.. È Mia mamma.."
"Ma lo sente prima quando mettimm o piatto a tavola? Come i cani coi terremoti?"
La telefonata della gnora è quasi sempre segno di sventura ma in questo caso è arrivata al momento giusto. 
Lei va a rispondere. 
I puparuoli fritti e inzevati fumavano incustoditi a centro tavola. 
Non li digerisco i puparuoli.
Sopratutto di sera.
Mi fanno proprio stare male.
Ma mi piacciono assai. 
Lei giustamente mi ha fatto le zucchine. 
Al forno. 
Con poco olio perchè sto a Dieta. 
Qualche erbetta indefinibile sopra. 
Ne prendo una.
L'assaggio.
Sap e terriccio universale per piante da fiori.
Lei comincia a jastemmare a telefono con la madre.
Tra poco le chiava il telefono in faccia.
Come sempre.
Manca poco.
Devo decidere.
Il culuscio di pane cafone è già tagliato. 
Lo prendo. 
"Ciro non lo fare ti senti male.."
La coscienza. 
O forse lei che ha finito?
Allungo una orecchio. 
"Oì ma! Te fa e cazz tuoje!"
No. 
Non è lei. 
Non ha finito.
Però ci siamo quasi. 
Ok.
Ho deciso.
Il gioco vale la candela.
Limito i danni.
Mi azzuppo solo un po' di uoglio. 
Nella foga un pezzullo di puparuolo giallo è rimasto azzeccato al culuscio. 
Maronn comm so bell e puparuol nzevat!
Dal Corridoio: "Oì mà! Ma accirt!!". 
O adesso o mai più. 
Me lo chiavo in bocca. 
Un filo d'uoglio mi scorre dal mento.
In questo momento non ho una lingua. 
Ho un clitoride mutante mocc.
Marò quant tiemp nu me magnav e puparuoli! 
Lei è tornata. 
Ho fatto a tempo a pulizzarmi il musso e ad apparare il cretere nei puparuoli a negativo del culuscio. 
Sorrido e non sa perché.
Finalmente un po' di felicità.
In questa misera e desolante esistenza. 
"Che vulev Mammt?"
"Romper o cazz! Come sempre"
"Lascià a sta.. Puverell..". 
(Tratto da "il pantoprazolo e altri racconti con la capa nel cesso")

martedì 25 luglio 2017

On Ciccio e il Cacamiento di Cazzo

Il mio vicino mi caca il cazzo. Non che la cosa sia un problema, Pammoreddio, quello tutti gli esseri umani viventi (compresi il regno animale e vegetale) mi cacano il cazzo. Ormai la prendo con pacienza, anzi, vi dirò, comincio a viverla con un certo ascetismo religioso, come una missione divina, manco fossi un moderno santo martire e tra 500 anni magari il nuovo Mantegna mi dipingerà attaccato mano e pieri a un palo con, invece delle frecce che mi trafiggiono il corpo, una folla cacante il cazzo acclamante ai miei piedi con a capo mia suocera, il masto, i parienti, gli amici, i conoscenti, i besti ecc... Poi a dire la verità il mio vicino è uno dei pochi, forse l'unico, che mi caca il cazzo bonariamente, senza un secondo fine subdolo o infame, ma accussì, per sfizio. Fontamentalmente è una brava persona; anziano, ex campagnuolo in pensione, tiene una cicatrice che gli parte dal collo e gli arriva all'inguine dovuta ai suoi lievissimi problemi cardiaci dovuti a loro volta dalla sua salutare dieta a base di capocuollo, senza nu cazz a fa dalla matina alla sera, sfortunatamente non sape giucare a tresette con gli amici al bar e allora come hobby si è scelto quello di cacare il cazzo a me. L’altra sera Discutevamo sul fatto che le femmine mestruate non possono coltivare le piante.. 
"Don Ciccio questa sua affermazione è scientificamente alquanto discutibile"
"None! Nun l'addà piantall!!"
"Ma su quali conoscenze scientifiche basa questa sua teoria ..Don Ciccio?"
"Taggio ditt se la femmine tenell o'marchese le pomodore s'appicciall!!"
"Cioè se una donna con il ciclo mestruale pianta una piantina di pomodori quest'ultima diventa infruttuosa?" 
"None! S'appicciall!"
"Cioè la pianta si secca come fosse affetta da una qualche malattia botanica?"
"La femmina cu o’ marchese non l'addà piantall!"
"E mi dica, Don Ciccio, per quanto tempo una donna con il ciclo mestruale non può coltivare frutta e/o verdura?"
"Ma perlomeno na mesata!"
"Cioè un mese?"
"Sattament!"
"Una donna con il ciclo non può toccare le piante per un mese?"
"Nient! Nun l'addà piantall, Putarll, arracquall, tuccall, nient!"
"Scusi Don Ciccio ma quindi a conti fatti le contadine non servono a niente!"
"......... Brà"
Ormai mi sono anche un poco affezionato a sta cosa, infatti qualche volta che non mi caca il cazzo per un paio di giorni mi prendo pure collera, nci dico vicino a mugliera: "Ma comm'è che Don Ciccio non mi sta cacando più il cazzo? ci abbiamo fatto qualcosa? Non è che si è offeso?". Mo stamatina mi aspettava fuori alla porta, come tutte le matine quando vado a faticare, per il cacamiento di cazzo mattutino che sennò non riesco ad andare di cuorpo, e mi ha raccontato che lo è venuto a trovare per una settimana intiera un pariento lasco da fuori che lo sta cacando malamente il cazzo. Allora io nci detto "On Cì quello è il Karma!" e lui ha risposto "No No si chiama Antonio". 
Questa cosa che il mio vicino che mi caca il cazzo tiene a sua volta questo Sig.Antonio Karma che ci caca il cazzo a lui mi ha fatto assai riflettere. 
Come se il cacamiento di cazzo fosse un circulo. Dove il cacante diventa cacato a sua volta è così via all'infinito. 
Allora mi sono chiesto se il cacamiento di cazzo non fosse il vero motore delle cose, altro che Amore, Dio, La pace nel mondo ecc... Il Cacamiento di cazzo è il vero senso della vita... il motivo per il quale nasciamo... del perchè e del per come siamo qui su questa tera... il Cacamiento di cazzo è ciò che move il sole e le altre stelle.

sabato 22 luglio 2017

Il Fravecatore icchione, il Chianchiere disonesto e l'incomunicabilità.

Ieri sera ho visto un fravecatore icchione. Sono stato mezz’ora a fissarlo tanto che penso che a un certo punto ho anche rischiato il mazzo. Non ne avevo mai visto uno, a parte quello dei Village People. Teneva tutta l’aspetto di un fravecatore; jeans spuorco di fraveca, maglietta della salute bianca, abbrozzatura d’ordinanza: bracci, avambracci, scozzetta e scollo a V, però era palesemente icchione. Lo so, stiamo nel 2017 e non dovrei fare certe discriminazioni sessiste, che c’è di male se a un fravecatore ci piace la cucchiara dietro? Pammoreddio.. Però non posso negare che la cosa mi ha stupito alquanto. La curiosità mi logorava dentro e sono stato a un tanto così da chiederglielo, avevo  pure studiato una frase ambigua tipo “Scusi, Masta, io DIETRO casa, sul muro del giardino, tengo una SENCHIA e mi piacerebbe che qualcuno ci mettesse qualcosa DENTRO per chiuderla” na cosa accussì e poi vedevo lui come reagiva e invece non ho detto niente perché ormai sto tutto flesciato dall’omofobia a schiovere da social che devo stare accorto a scrivere icchione senza la r che sennò il facebook mi blocca per 3 mesi. E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Scusi, Signor Icchione, ma lei per caso stava nei Village People? Me lo farebbe un autografo sulla cammisa di stucco?”. 
Stavo dal chianchiere e lui si stava facendo la marenna d’ordinanza con la “FESA DI TACCHINO” perché stava a dieta…………………. che io quando vado dal chianchiere già mi sento molto a disagio perché, non disprezzando a voi, essendo io un puzzato di fame, mi trovo sempre davanti l’avvocato, il ngiegniere, l’assessore, il ricuttaro di turno insomma che ordina mezza vacca argentina frollata 8 mesi con la maglia del Pocho Lavezzi addosso originale e autografata a 98€ all’etto e poi quando viene il mio turno io con la voce della piccola fiammiferaia ordino il mio fetentissimo mezzo chilo di macinato misto che il Chianchiere mi guarda tutto schifato e me ne pesa almeno 800 grammi e poi mi fa “che faccio lascio?” e allora io scoppio a piangere, oppure scappo, oppure lo piglio di faccia e faccio tutto un discorso acinquestelle sull’onestà dei chianchieri e la cazzimma delle bilance, oppure se sto di genio faccio il finto simpatico “Che vuò lascià! E che è Natale!” che poi dopo anche se ordino un etto di prosciutto cotto quello buono senza polistirolo per la bambina comunque ormai la figura di merda l’ho fatta e me ne esco dalla chianca con la capa acalata, il giovane del chianchiere che mi segue con un campanaccio in mano e le casalinghe che allontano i figli e nci dicono “Lo vedi? Se non vai a scuola poi addiventi come a lui!”.  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “O’ chiachiè ma perché non te fai tra quarti e cazze de tuoje argentini frollati 8 mesi int a fess e mammt?”.
Perché parliamoci chiaro il vero problema della società odierna è l’incomunicabilità.
I social network, wuozzapp e Co. sono qualcosa di estremamente ipocrita. Non hanno niente di sociale anzi sono il paradiso degli asociali. Non che la cosa mi dispiaccia perché, non disprezzando a voi, io mi sono fatto schifare pure da gente che non sa che faccia tengo. Però almeno io sono onesto. Sono sprucido, antipatico e asociale ma non faccio niente per nasconderlo. Da qua a cent’anni che muoro la genti potranno dire tranquillamente “Te lo ricordi a Ciro?.. uanema e comm o’ schifav!” .. afamocc.. ammen!
I social abituano all’asocialità, io me accorgo perché gia sono asociale. Che ne saccio viene il compleanno di un amico tuo? Facebook non solo te lo ricorda ma ti da la possibilità di arronzarlo con un fetentissimo messaggio ondine. Quando invece avresti dovuto telefonarlo, o a niente a niente andarlo a trovare, portargli un regalo etc etc.. Invece hai risolto in tre nanosecondi. Una comodità, Pammoreddio, che però abitua sempre più all’asocialità e alla disumanizzazione.  E invece avresti potuto semplicemente chiamarlo e dirgli “Auguri icchiò” tre o quattro battute sull’età che avanza e l’impotenza che incombe ed ecco fatto.
A un amico ci succede qualcosa di brutto? Un bel messaggino su wuozzapp con la faccina che piange e il cuoricino e apposto così. Manco lo sforzo di comporre una frase di senso compiuto, come le sciglie, gli astrolopitechi, le femmine…. E invece avresti potuto semplicemente dirgli “Mi dispiace, quassiasi cosa a disposizione!” tre o quattro frasi fatte e ecco fatto.
Ti appiccichi con cainateta? Una bella frse di OscarWild sullo sfondo del mare dei caraibi tipo “La Gente sono cattive!” nella speranza che lei colga lanciata in pasto ad una accozzaglia di capere psicopatiche che è più o meno come se uno parlasse dei suoi problemi di sessualità con Pacciani…  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Uè chittammuò! Ma che spaccimm stai passann!?” tre o quattro cene per apparare e ecco fatto.
A me figuratevi che me ne fotte… se il mondo scapezza tanto di guadagnato e anzi, mi dovrebbe far piacere che la società si adegua alla mia sprucidezza,  però mi faceva piacere anche pensare che là fuori ci fosse qualcuno meno stronzo di me. Anche perché sennò io poi lo stronzo con chi lo faccio?
E ancora ancora, noi possiamo notarle queste cose, resistere, evitare di adeguarci (anche se forse è troppo tardi). Ma le nuove generazioni invece avranno solo questa socialità.
Una socialità disumana, che abitua ad arrunzare tutto; i sentimenti, le emozioni. Tutto stereotipato in fetentissime frasi di qualcun altro, in candele virtuali e faccine di cazzo che piangono e ridono.
Sentite a me, Scetatevi da sto suonno, accantonate per un po la cazzimma e riabituatevi a parlare, ad esprimervi, a mettervi nei panni degli altri, e insegnatelo ai vostri figli perché una socialità così per forza di cose porta a giudicare e condannare chiunque per qualsiasi cosa. Anche solo perché è niro, icchione, fravecatore o chianchiere disonesto.

E a me mi parono le basi del Nazismo.