sabato 22 luglio 2017

Il Fravecatore icchione, il Chianchiere disonesto e l'incomunicabilità.

Ieri sera ho visto un fravecatore icchione. Sono stato mezz’ora a fissarlo tanto che penso che a un certo punto ho anche rischiato il mazzo. Non ne avevo mai visto uno, a parte quello dei Village People. Teneva tutta l’aspetto di un fravecatore; jeans spuorco di fraveca, maglietta della salute bianca, abbrozzatura d’ordinanza: bracci, avambracci, scozzetta e scollo a V, però era palesemente icchione. Lo so, stiamo nel 2017 e non dovrei fare certe discriminazioni sessiste, che c’è di male se a un fravecatore ci piace la cucchiara dietro? Pammoreddio.. Però non posso negare che la cosa mi ha stupito alquanto. La curiosità mi logorava dentro e sono stato a un tanto così da chiederglielo, avevo  pure studiato una frase ambigua tipo “Scusi, Masta, io DIETRO casa, sul muro del giardino, tengo una SENCHIA e mi piacerebbe che qualcuno ci mettesse qualcosa DENTRO per chiuderla” na cosa accussì e poi vedevo lui come reagiva e invece non ho detto niente perché ormai sto tutto flesciato dall’omofobia a schiovere da social che devo stare accorto a scrivere icchione senza la r che sennò il facebook mi blocca per 3 mesi. E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Scusi, Signor Icchione, ma lei per caso stava nei Village People? Me lo farebbe un autografo sulla cammisa di stucco?”. 
Stavo dal chianchiere e lui si stava facendo la marenna d’ordinanza con la “FESA DI TACCHINO” perché stava a dieta…………………. che io quando vado dal chianchiere già mi sento molto a disagio perché, non disprezzando a voi, essendo io un puzzato di fame, mi trovo sempre davanti l’avvocato, il ngiegniere, l’assessore, il ricuttaro di turno insomma che ordina mezza vacca argentina frollata 8 mesi con la maglia del Pocho Lavezzi addosso originale e autografata a 98€ all’etto e poi quando viene il mio turno io con la voce della piccola fiammiferaia ordino il mio fetentissimo mezzo chilo di macinato misto che il Chianchiere mi guarda tutto schifato e me ne pesa almeno 800 grammi e poi mi fa “che faccio lascio?” e allora io scoppio a piangere, oppure scappo, oppure lo piglio di faccia e faccio tutto un discorso acinquestelle sull’onestà dei chianchieri e la cazzimma delle bilance, oppure se sto di genio faccio il finto simpatico “Che vuò lascià! E che è Natale!” che poi dopo anche se ordino un etto di prosciutto cotto quello buono senza polistirolo per la bambina comunque ormai la figura di merda l’ho fatta e me ne esco dalla chianca con la capa acalata, il giovane del chianchiere che mi segue con un campanaccio in mano e le casalinghe che allontano i figli e nci dicono “Lo vedi? Se non vai a scuola poi addiventi come a lui!”.  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “O’ chiachiè ma perché non te fai tra quarti e cazze de tuoje argentini frollati 8 mesi int a fess e mammt?”.
Perché parliamoci chiaro il vero problema della società odierna è l’incomunicabilità.
I social network, wuozzapp e Co. sono qualcosa di estremamente ipocrita. Non hanno niente di sociale anzi sono il paradiso degli asociali. Non che la cosa mi dispiaccia perché, non disprezzando a voi, io mi sono fatto schifare pure da gente che non sa che faccia tengo. Però almeno io sono onesto. Sono sprucido, antipatico e asociale ma non faccio niente per nasconderlo. Da qua a cent’anni che muoro la genti potranno dire tranquillamente “Te lo ricordi a Ciro?.. uanema e comm o’ schifav!” .. afamocc.. ammen!
I social abituano all’asocialità, io me accorgo perché gia sono asociale. Che ne saccio viene il compleanno di un amico tuo? Facebook non solo te lo ricorda ma ti da la possibilità di arronzarlo con un fetentissimo messaggio ondine. Quando invece avresti dovuto telefonarlo, o a niente a niente andarlo a trovare, portargli un regalo etc etc.. Invece hai risolto in tre nanosecondi. Una comodità, Pammoreddio, che però abitua sempre più all’asocialità e alla disumanizzazione.  E invece avresti potuto semplicemente chiamarlo e dirgli “Auguri icchiò” tre o quattro battute sull’età che avanza e l’impotenza che incombe ed ecco fatto.
A un amico ci succede qualcosa di brutto? Un bel messaggino su wuozzapp con la faccina che piange e il cuoricino e apposto così. Manco lo sforzo di comporre una frase di senso compiuto, come le sciglie, gli astrolopitechi, le femmine…. E invece avresti potuto semplicemente dirgli “Mi dispiace, quassiasi cosa a disposizione!” tre o quattro frasi fatte e ecco fatto.
Ti appiccichi con cainateta? Una bella frse di OscarWild sullo sfondo del mare dei caraibi tipo “La Gente sono cattive!” nella speranza che lei colga lanciata in pasto ad una accozzaglia di capere psicopatiche che è più o meno come se uno parlasse dei suoi problemi di sessualità con Pacciani…  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Uè chittammuò! Ma che spaccimm stai passann!?” tre o quattro cene per apparare e ecco fatto.
A me figuratevi che me ne fotte… se il mondo scapezza tanto di guadagnato e anzi, mi dovrebbe far piacere che la società si adegua alla mia sprucidezza,  però mi faceva piacere anche pensare che là fuori ci fosse qualcuno meno stronzo di me. Anche perché sennò io poi lo stronzo con chi lo faccio?
E ancora ancora, noi possiamo notarle queste cose, resistere, evitare di adeguarci (anche se forse è troppo tardi). Ma le nuove generazioni invece avranno solo questa socialità.
Una socialità disumana, che abitua ad arrunzare tutto; i sentimenti, le emozioni. Tutto stereotipato in fetentissime frasi di qualcun altro, in candele virtuali e faccine di cazzo che piangono e ridono.
Sentite a me, Scetatevi da sto suonno, accantonate per un po la cazzimma e riabituatevi a parlare, ad esprimervi, a mettervi nei panni degli altri, e insegnatelo ai vostri figli perché una socialità così per forza di cose porta a giudicare e condannare chiunque per qualsiasi cosa. Anche solo perché è niro, icchione, fravecatore o chianchiere disonesto.

E a me mi parono le basi del Nazismo. 

Nessun commento:

Posta un commento