Purtroppo non tutti sono a conoscenza del fatto che
originariamente le canzoni neomelodiche napoletane vengono scritte in italiano
fluente e solo in un secondo momento vengono tradotte in resinaro e poi infine
in napoletano.
Come ha portato alla luce Maria Nazionale a Sanremo, con una
canzone scritta da Tony Servillo, sono molti e autorevoli gli autori dei testi
neomelodici, anche se per lo più sono grandi poeti semi-sconosciuti al grande
pubblico, come Gianluigi Nocella, Giò DiTonno, Giuseppe Lapapaccia, Oscar
Scarpariello, Francesco Lafronna, Alfredo Strummolo, Giandomenico Tarallo ecc..
sono per citare alcuni dei più importanti nomi della scuola cosiddetta dei
“Nuovi Di Giacomo”.
Durante una mia ricerca portata avanti nel periodo in cui
lavoravo per la ditta “Totore O’ Cacauff –sfratti, piccoli trasporti e sgombero
Cantine” ho trafugato dal cascione dell’apecar del signor Salvatore uno
spartito musicale, proveniente dallo sfratto di un negozio di Caivano “Pasquale
Sorrentino Menagement e musicassette”.
Trattasi di un rarissimo spartito di un testo neomelodico
ancora non tradotto dall’italiano al napoletano; infatti queste “bozze” nella
maggior parte dei casi venivano distrutte perché c’era la convinzione che una
volta scoperto l’elevato grado culturale dell’autore, il brano avrebbe potuto
perdere appeal per la mazzamma del pubblico a cui era destinato.
Il Testo è opera di uno dei più grandi maestri del genere
del XXI secolo, Federico Cuozzo, che scrisse questo capolavoro per una delle
voci femminili neomelodiche più interessanti degli anni 80, la famosa Concetta
Esposito meglio conosciuta col suo nome d’arte: Assunta Scognamiglio.
Le musiche sono del maestro Giuseppe Verdi (omonimo di
Secondigliano) e l’arrangiamento sotto minaccia a mano armata è firmato del
maestro Peppe Vessicchio.
Questo rarissimo reperto culturale, ovviamente, è un opera
in fase embrionale e quindi scritta in italiano, nel condividerla con voi
vorrei che immaginaste quale sarebbe potuto essere il risultato finale, che era
nell’intenzioni del Cuozzo, una volta ultimato il lavoro di traduzione:
Di Cuozzo-Verdi-Vessicchio
TITOLO: SONO A CONOSCENZA DEL FATTO CHE MI HAI TRADITA MA SE
TI FAI TATUARE IL MIO NOME SULL’AVAMBRACCIO POSSO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE
L’IPOTESI DI PERDONARTI.
(Prima Strofa)
Ho appena scontato la mia pena detentiva per il reato di
contrabbando di tabacchi e fumo nervosamente nei pressi dei cancelli
dell’istituto di detenzione femminile nell’attesa che mia cognata passi a
prendermi con la sua autovettura.
In lontananza mi sembra di riconosce una persona cara che
non vedevo da svariati anni che affannosamente si precipita verso di me.
Trattasi di Maddalena, una mia cara amica d’infanzia che mi
ha sempre stimata ed voluta bene dimostrandomi sempre devozione e sincerità.
Nonostante il lieto evento della mia scarcerazione noto però
in lei un velo di malinconia ed un certo imbarazzo nei miei confronti, come se
mi stesse nascondendo qualcosa, e allora educatamente glielo faccio notare.
Dopo le mie insistenze mi confessa tra le lacrime di averti
visto uscire con numerose donne durante la mia detenzione.
In un primo momento stento a credere a quello che mi dice
Maddalena arrivando anche ad ipotizzare che lei potesse essersi immaginata
tutto e accusandola di volere intenzionalmente arrecarmi un dispiacere
gratuito.
Maddalena allora a testimonianza della sua lealtà nei mie
confronti mi rammenta di tutte le volte che durante i controlli della Guardia
di Finanzia lei mi permetteva di occultare la mia piccola attività ambulante
nella sua abitazione al piano terra.
Dopo aver constatato la sincerità di Maddalena mi faccio
prendere dallo sconforto e mentre maledico il tuo nome e piango disperatamente,
tento un atto di autolesionismo cercando di schiaffeggiarmi.
Ma tale atto estremo viene prontamente impedito da Maddalena
che mi blocca il braccio repentinamente.
A quel punto non posso fare a meno di notare il tatuaggio sul
mio avambraccio destro, opera di una mia compagna di cella, che riporta il tuo
nome di battesimo “Catiello”.
Questa visione risveglia in me una rinata speranza nella
costruzione di un rapporto di coppia con te e un sentimento di compassione nei
riguardi della tua persona che mi fanno pensare a quello che potrebbe essere un
gesto che adeguatamente mi dimostrerebbe la tua avvenuta redenzione:
(Ritornello)
Sono a conoscenza del fatto che mi hai tradita ma se ti fai
tatuare il mio nome sull’avambraccio posso prendere in considerazione l’ipotesi
di perdonarti.
L’avvocato, durante i nostri ultimi colloqui, aveva cercato
di farmi capire qualcosa ma io pensavo fosse solo una persona incline a mettere
zizzania.
Sono a conoscenza del fatto che mi hai tradita ma se ti fai
tatuare il mio nome sull’avambraccio posso prendere in considerazione l’ipotesi
di perdonarti.
Ho già preso appuntamento con uno dei più rinomati tatuatori
della città, confido nella tua puntualità perché un tuo eventuale ritardo sarebbe
da me interpretato come sintomo di scarsa considerazione nei confronti della
mia persona.
(Seconda Strofa)
Sono appena rientrata nella mia abitazione e ho trovato ad
accogliermi amici e parenti accorsi a festeggiare la mia ritrovata
semi-libertà.
I primi a manifestarmi il loro affetto sono i miei sette
figli che mi riempiono di attenzioni, tranne Natascia la mia figlia maggiore
adolescente che nel mostrarmi una certa freddezza mi fa intuire che forse è a
conoscenza delle tue malefatte.
Finiti i festeggiamenti chiedo cortesemente a mia madre se
per questa notte potrebbe ospitare la prole nella sua abitazione, lei, con
l’innocenza che solo gli anziani possono avere, pensa che dopo 8 anni di
detenzione ho desiderio di congiungermi carnalmente con te e quindi accetta
accennandomi uno sguardo malizioso.
Una volta rimasti soli, prima ancora che io potessi
rimostrarti le mie accuse, tu sembri già aver capito, e ti immoli ai miei piedi
in lacrime chiedendomi perdono.
Singhiozzando cerchi di giustificare le tue esperienze
extraconiugali apportando varie tesi che vanno dalla debolezza della carne fino
alle inevitabili esigenze fisiologiche comuni a tutti gli uomini.
La visione di te in ginocchio piagnucolante però va a minare
inconsciamente la mia concezione di Uomo dominante e sicuro di sé al tal punto
da farmi dubitare della tua virilità, e te lo faccio notare.
Offeso dalle mie parole, in un impeto di rabbia e di
orgoglio, scatti in piedi con un gesto atletico e offendendomi pesantemente
cerchi di schiaffeggiarmi.
Fortunatamente, e grazie anche agli anni di duro allenamento
nell’istituto di detenzione, riesco a bloccare il tuo braccio prima che tocchi
la mia guancia.
A quel punto la visione dei nostri due avambracci, stretti
in una morsa violenta, il tuo nudo e il mio invece adornato dal tuo nome, mi
inteneriscono il cuore e mi danno il
coraggio di illustrarti quale potrebbe essere la via che potresti intraprendere
per dimostrarmi la tua avvenuta redenzione:
(Ritornello)
Sono a conoscenza del fatto che mi hai tradita ma se ti fai
tatuare il mio nome sull’avambraccio posso prendere in considerazione l’ipotesi
di perdonarti.
L’avvocato, durante i nostri ultimi colloqui, aveva cercato
di farmi capire qualcosa ma io pensavo fosse solo una persona incline a mettere
zizzania.
Sono a conoscenza del fatto che mi hai tradita ma se ti fai
tatuare il mio nome sull’avambraccio posso prendere in considerazione l’ipotesi
di perdonarti.
Ho già preso appuntamento con uno dei più rinomati tatuatori
della città, confido nella tua puntualità perché un tuo eventuale ritardo
sarebbe da me interpretato come sintomo di scarsa considerazione nei confronti
della mia persona.
Breve assolo di
chitarra elettrica che introduce la parte parlata:
Non devo più dubitare della sincerità di Maddalena,
lei è a pieno titolo la mia migliore amica,
l’avvocato è una persona discutibile,
sarà mia premura fargli recapitare delle minacce di morte,
in fondo anche io ho sbagliato quando la mia compagna di
cella,
a compenso del tatuaggio fattomi, pretese di essere pagata
in natura,
il nostro amore è scritto indissolubilmente nei nostri
cuori,
è finalmente adesso resterà anche sui nostri avambracci per
l’eternità.
(Ritornello)
Sono a conoscenza del fatto che mi hai tradita ma se ti fai
tatuare il mio nome sull’avambraccio……..
Assolo di fisarmonica a
sfumare accompagnato da frasi sussurrate:
Maddalena ti voglio bene, l’avvocato morirà, sui nostri
avambracci l’eternità.
Fine
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