mercoledì 15 novembre 2017

Ode al Barbiè

Ode al Barbiè

L’ommo fa troppo assai na vita e merd
I diebbiti, a fatica.. soprattutto a gnora
Na vota l’aggio pruvat pure a sperd
Ma torna, par o’ cane. Sent addora.
Allora per trovare un po arricciato
L’ommo na vota o’ mese si rilassa
Specie quando si sente un po abbacchiato
Va dal barbiè prima c’a uallera si scassa.
Trase e già nell’aere sente il denimmo
Na addore e brillantina lo pervade
Si ammeschia dolcemente con il fummo
E corpo muorto su poltrona cade
Il giovine del barbiè ha mano fine
Ti fa lo shampoo con maestria divina
Per un momento a un gay ti senti affine
Non fosse che feta il ciato di creolina
Ti assetti e tutti i guai ti schuordi
il tuo bel scalpo il giovine massaggia
Poi al solito con il Barbiè ti accordi
e la tua mente in paradiso viaggia
Basetta longa, Meastro mi arraccomando
O’Napule, Juvemerda, la mbulletta..
Un armonia perfetta si va creando
Anche se c’hai una palla sulla scuzzetta
Al fine del lavor poi ti guarda la capa
Comme ca fosse una vera opera d’arte
Col talco ti benedice come o’ papa
e già ti senti messo un po in disparte
un po’ di pucundria ti piglia dentro
per ringraziare chiammi due cafè
mazzetta lasci al giovine contento
perché sul isso te tratta comm’o re.
Barbiè, forse non te l’ho mai detto
Per la paura d’apparir un po fecato
Ma io per te provo un sincero affetto

Sei l’unico che non mi ha abbandonato. 

martedì 19 settembre 2017

L'agguato di San Gennaro

Ennesima tragedia finita nel Sangue a Napoli, dove stamane in occasione di una festa religiosa a Napoli nel Duomo di Napoli, un noto boss appartenete al clan dei Bizzuochi di Napoli (dalle indagini dei procuratori clan attivo anche nella Capitale, oltre che a Napoli), Crescienzio Sepio (nome di fantasia) detto O’Cardinale ha ucciso a colpi di “Avemaria e Padrenostri” (che nella parlesia cammorristica stanno ad indicare kalasmikov e lupare) il capo reggente della malavita locale di Napoli Gennarino Del Santo (nome di fantasia) detto Faccia Gialla. Dalle prime testimonanze emerge uno scenario inquietante di un Duomo di Napoli insanguinato, mentre una folla di anziane donne di Napoli, probabilmente affiliate a uno dei clan, urlavano per coprire la fuga all’assassino invocando santi e maronne come da tradizione cammorristica di Napoli. Alcuni hanno visto l’assassino fuggire su un motorino rubato a Napoli, senza casco, guidato da altre quattro persone già note alle forze dell’ordine di Napoli.
Roberto Saviano su Repubblica ha spiegato che in realtà tali fenomeni criminali fanno parte della cultura di Napoli addirittura fin dal 1300 d.c. (quando un fatto simile fu documentato per la prima volta) e che in realtà le vecchie omertose nel Duomo di Napoli non sono altro che cinesi travestiti che dopo la Camorra utilizzerà come PittBull nei combattimenti clandestini tra cani (per approfondimenti “Gomorra 5: La Serie” prossimamente su SkyTelenovelas).
Il Sindaco di Napoli DeMagistris si è detto dispiaciuto che per colpa di questi cattolici praticanti la nostro amata Città di Napoli debba essere ricordata solo per la cronaca nera e ha condannato duramente l’accaduto annunciando:
  1. la ZTL nei giorni Dispari sopra i binari della Stazione Centrale, da oggi “Stazione Liberata”, dove finalmente i Napoletani di Napoli potranno tornare a godersi la passeggiata storica fino al deposito di Gianturco.
  2. il Ritorno alla funzionalità della Funicolare Senza Corrente, intitolata a Eduardo Scarpetta. A detta del NewYorkTimes la Funicolare senza corrente più bella d’Europa.
  3. La Sfogliatella Riccia Gigante sul Lungomare in tubbi innocenti, che sarà finanziata esclusivamente da privati e al cui interno saranno presenti: Una Pizzeria, una spa, una statua di Pulcinella di 6 metri in pietra lavica, il Museo del piede sinistro di Maradona, un Presepio vivente in scala 1:1, un parcheggio Brin, un eliporto e la riproduzione fedele della sala Reale della Sonrisa.
  4. la fondazione di uno Sportello dove i cittadini posso denunciare tutti quelli che sparlano di loro; le cainate, le suocere, la signora Gargiulo del terzo piano che quella non si fa mai i fatti suoi, i colleghi di lavoro, gli amici, i conoscenti, etc..etc.. accussì per sfogare una parola con qualcuno che la gente fa schifo popio.
Nel frattempo il Questore di Napoli ha aperto un indagine contro ignoti, La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo contro ignoti, l’assessore alla legalità ha esposto una denuncia contro ignoti. Giggino Ignoti, 46 anni, invalido civile, raggiunto dalle nostre telecamere in esclusiva su Fanpegg, ha minacciato di querelare a tuttquant.
Intanto un sedicente professore di Napoli, dell’università Federico secondo, precario, con precedenti di molestie sessuali assolutamente inventati da me in questo momento, ha dichiarato che in realtà non si tratta di un agguato di Camorra ma del cosiddetto “Miracolo di SanGennaro” scagionando così (con la fantasia tipica dei Napoletani di Napoli) ancora una volta i malavitosi di Napoli sotto il peso dell’omertà.

Siamo andati a intervistare un Salumiere che tiene la Salumeria fuori al Duomo per una dichiarazione ma ci ha scambiato per la Guardi di Finanza e ci ha presi con la mazza. Allora abbiamo intervistato un turista di Bergamo Alta che passava la fuori per scambio che ha dichiarato “Napoli è Bella ma non ci vivrei”.  

sabato 16 settembre 2017

Tratto da "Lo Sfunno for Dummies" Capitolo 3: "Il Raù domenicale", Cani&Puorci Editore.

  1. Attendere che la padrona di casa si assenti richiamata dal rumore della lavatrice dovuto alla Petra di tufo che avete inserito preventivamente.
2. Stracciare a mano il culuscio di pane cafone cotto a fascine preferibilmente proveniente da SanBastianoalVesuvio.
3. Alzare il cuperchio del raù ad un angolazione di 45gradi in modo da evitare che lo schizzio da pappuliamiento lasci tracce visibili sulle piastrelle.
4. Tenendo il culuscio tra l'indice e pollice immergerlo completamente come un novello Achille nel raù lasciandolo immerso al massimo per 3 secondi per evitare di lasciare tracce di mulliche nel raù.
5. Con una mano a cuppettiello per evitare di far sgocciolare il raù per terra avvicinarsi velocemente al lavello.
6. Col culo appuzzato e la capa nel lavello addentare velocemente il culuscio prima che si raffreddi (probabile l'annuzzamento, quindi procurarsi preventivamente un brick di tavernello).
7. I più esperti possono anche azzardare l'abbinamento con una fella di provola oppure una meza tracchiulella.
8. Pulirsi la barba con le mani e allontanarsi furtivamente, come se stesse tornando dal bagno o dal balcone.
9. Se per caso incrociate la padrona di casa nel corridoio simulare appetito con commenti tipo :" ma quann ven ch'ella cessa e soret! Ce sta facenn fa o'candalesimo!".
10. Ripetere l'operazione per l'intera mattinata fino al completamento dello sfunno.

lunedì 31 luglio 2017

Ora di cena. Il Telefono squilla.

Ora di cena.
Il Telefono squilla. 
Driiiin Driiiiin.. 
"Chi cazz è ca romp o cazz a chest'ora?"
"Uffa.. È Mia mamma.."
"Ma lo sente prima quando mettimm o piatto a tavola? Come i cani coi terremoti?"
La telefonata della gnora è quasi sempre segno di sventura ma in questo caso è arrivata al momento giusto. 
Lei va a rispondere. 
I puparuoli fritti e inzevati fumavano incustoditi a centro tavola. 
Non li digerisco i puparuoli.
Sopratutto di sera.
Mi fanno proprio stare male.
Ma mi piacciono assai. 
Lei giustamente mi ha fatto le zucchine. 
Al forno. 
Con poco olio perchè sto a Dieta. 
Qualche erbetta indefinibile sopra. 
Ne prendo una.
L'assaggio.
Sap e terriccio universale per piante da fiori.
Lei comincia a jastemmare a telefono con la madre.
Tra poco le chiava il telefono in faccia.
Come sempre.
Manca poco.
Devo decidere.
Il culuscio di pane cafone è già tagliato. 
Lo prendo. 
"Ciro non lo fare ti senti male.."
La coscienza. 
O forse lei che ha finito?
Allungo una orecchio. 
"Oì ma! Te fa e cazz tuoje!"
No. 
Non è lei. 
Non ha finito.
Però ci siamo quasi. 
Ok.
Ho deciso.
Il gioco vale la candela.
Limito i danni.
Mi azzuppo solo un po' di uoglio. 
Nella foga un pezzullo di puparuolo giallo è rimasto azzeccato al culuscio. 
Maronn comm so bell e puparuol nzevat!
Dal Corridoio: "Oì mà! Ma accirt!!". 
O adesso o mai più. 
Me lo chiavo in bocca. 
Un filo d'uoglio mi scorre dal mento.
In questo momento non ho una lingua. 
Ho un clitoride mutante mocc.
Marò quant tiemp nu me magnav e puparuoli! 
Lei è tornata. 
Ho fatto a tempo a pulizzarmi il musso e ad apparare il cretere nei puparuoli a negativo del culuscio. 
Sorrido e non sa perché.
Finalmente un po' di felicità.
In questa misera e desolante esistenza. 
"Che vulev Mammt?"
"Romper o cazz! Come sempre"
"Lascià a sta.. Puverell..". 
(Tratto da "il pantoprazolo e altri racconti con la capa nel cesso")

martedì 25 luglio 2017

On Ciccio e il Cacamiento di Cazzo

Il mio vicino mi caca il cazzo. Non che la cosa sia un problema, Pammoreddio, quello tutti gli esseri umani viventi (compresi il regno animale e vegetale) mi cacano il cazzo. Ormai la prendo con pacienza, anzi, vi dirò, comincio a viverla con un certo ascetismo religioso, come una missione divina, manco fossi un moderno santo martire e tra 500 anni magari il nuovo Mantegna mi dipingerà attaccato mano e pieri a un palo con, invece delle frecce che mi trafiggiono il corpo, una folla cacante il cazzo acclamante ai miei piedi con a capo mia suocera, il masto, i parienti, gli amici, i conoscenti, i besti ecc... Poi a dire la verità il mio vicino è uno dei pochi, forse l'unico, che mi caca il cazzo bonariamente, senza un secondo fine subdolo o infame, ma accussì, per sfizio. Fontamentalmente è una brava persona; anziano, ex campagnuolo in pensione, tiene una cicatrice che gli parte dal collo e gli arriva all'inguine dovuta ai suoi lievissimi problemi cardiaci dovuti a loro volta dalla sua salutare dieta a base di capocuollo, senza nu cazz a fa dalla matina alla sera, sfortunatamente non sape giucare a tresette con gli amici al bar e allora come hobby si è scelto quello di cacare il cazzo a me. L’altra sera Discutevamo sul fatto che le femmine mestruate non possono coltivare le piante.. 
"Don Ciccio questa sua affermazione è scientificamente alquanto discutibile"
"None! Nun l'addà piantall!!"
"Ma su quali conoscenze scientifiche basa questa sua teoria ..Don Ciccio?"
"Taggio ditt se la femmine tenell o'marchese le pomodore s'appicciall!!"
"Cioè se una donna con il ciclo mestruale pianta una piantina di pomodori quest'ultima diventa infruttuosa?" 
"None! S'appicciall!"
"Cioè la pianta si secca come fosse affetta da una qualche malattia botanica?"
"La femmina cu o’ marchese non l'addà piantall!"
"E mi dica, Don Ciccio, per quanto tempo una donna con il ciclo mestruale non può coltivare frutta e/o verdura?"
"Ma perlomeno na mesata!"
"Cioè un mese?"
"Sattament!"
"Una donna con il ciclo non può toccare le piante per un mese?"
"Nient! Nun l'addà piantall, Putarll, arracquall, tuccall, nient!"
"Scusi Don Ciccio ma quindi a conti fatti le contadine non servono a niente!"
"......... Brà"
Ormai mi sono anche un poco affezionato a sta cosa, infatti qualche volta che non mi caca il cazzo per un paio di giorni mi prendo pure collera, nci dico vicino a mugliera: "Ma comm'è che Don Ciccio non mi sta cacando più il cazzo? ci abbiamo fatto qualcosa? Non è che si è offeso?". Mo stamatina mi aspettava fuori alla porta, come tutte le matine quando vado a faticare, per il cacamiento di cazzo mattutino che sennò non riesco ad andare di cuorpo, e mi ha raccontato che lo è venuto a trovare per una settimana intiera un pariento lasco da fuori che lo sta cacando malamente il cazzo. Allora io nci detto "On Cì quello è il Karma!" e lui ha risposto "No No si chiama Antonio". 
Questa cosa che il mio vicino che mi caca il cazzo tiene a sua volta questo Sig.Antonio Karma che ci caca il cazzo a lui mi ha fatto assai riflettere. 
Come se il cacamiento di cazzo fosse un circulo. Dove il cacante diventa cacato a sua volta è così via all'infinito. 
Allora mi sono chiesto se il cacamiento di cazzo non fosse il vero motore delle cose, altro che Amore, Dio, La pace nel mondo ecc... Il Cacamiento di cazzo è il vero senso della vita... il motivo per il quale nasciamo... del perchè e del per come siamo qui su questa tera... il Cacamiento di cazzo è ciò che move il sole e le altre stelle.

sabato 22 luglio 2017

Il Fravecatore icchione, il Chianchiere disonesto e l'incomunicabilità.

Ieri sera ho visto un fravecatore icchione. Sono stato mezz’ora a fissarlo tanto che penso che a un certo punto ho anche rischiato il mazzo. Non ne avevo mai visto uno, a parte quello dei Village People. Teneva tutta l’aspetto di un fravecatore; jeans spuorco di fraveca, maglietta della salute bianca, abbrozzatura d’ordinanza: bracci, avambracci, scozzetta e scollo a V, però era palesemente icchione. Lo so, stiamo nel 2017 e non dovrei fare certe discriminazioni sessiste, che c’è di male se a un fravecatore ci piace la cucchiara dietro? Pammoreddio.. Però non posso negare che la cosa mi ha stupito alquanto. La curiosità mi logorava dentro e sono stato a un tanto così da chiederglielo, avevo  pure studiato una frase ambigua tipo “Scusi, Masta, io DIETRO casa, sul muro del giardino, tengo una SENCHIA e mi piacerebbe che qualcuno ci mettesse qualcosa DENTRO per chiuderla” na cosa accussì e poi vedevo lui come reagiva e invece non ho detto niente perché ormai sto tutto flesciato dall’omofobia a schiovere da social che devo stare accorto a scrivere icchione senza la r che sennò il facebook mi blocca per 3 mesi. E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Scusi, Signor Icchione, ma lei per caso stava nei Village People? Me lo farebbe un autografo sulla cammisa di stucco?”. 
Stavo dal chianchiere e lui si stava facendo la marenna d’ordinanza con la “FESA DI TACCHINO” perché stava a dieta…………………. che io quando vado dal chianchiere già mi sento molto a disagio perché, non disprezzando a voi, essendo io un puzzato di fame, mi trovo sempre davanti l’avvocato, il ngiegniere, l’assessore, il ricuttaro di turno insomma che ordina mezza vacca argentina frollata 8 mesi con la maglia del Pocho Lavezzi addosso originale e autografata a 98€ all’etto e poi quando viene il mio turno io con la voce della piccola fiammiferaia ordino il mio fetentissimo mezzo chilo di macinato misto che il Chianchiere mi guarda tutto schifato e me ne pesa almeno 800 grammi e poi mi fa “che faccio lascio?” e allora io scoppio a piangere, oppure scappo, oppure lo piglio di faccia e faccio tutto un discorso acinquestelle sull’onestà dei chianchieri e la cazzimma delle bilance, oppure se sto di genio faccio il finto simpatico “Che vuò lascià! E che è Natale!” che poi dopo anche se ordino un etto di prosciutto cotto quello buono senza polistirolo per la bambina comunque ormai la figura di merda l’ho fatta e me ne esco dalla chianca con la capa acalata, il giovane del chianchiere che mi segue con un campanaccio in mano e le casalinghe che allontano i figli e nci dicono “Lo vedi? Se non vai a scuola poi addiventi come a lui!”.  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “O’ chiachiè ma perché non te fai tra quarti e cazze de tuoje argentini frollati 8 mesi int a fess e mammt?”.
Perché parliamoci chiaro il vero problema della società odierna è l’incomunicabilità.
I social network, wuozzapp e Co. sono qualcosa di estremamente ipocrita. Non hanno niente di sociale anzi sono il paradiso degli asociali. Non che la cosa mi dispiaccia perché, non disprezzando a voi, io mi sono fatto schifare pure da gente che non sa che faccia tengo. Però almeno io sono onesto. Sono sprucido, antipatico e asociale ma non faccio niente per nasconderlo. Da qua a cent’anni che muoro la genti potranno dire tranquillamente “Te lo ricordi a Ciro?.. uanema e comm o’ schifav!” .. afamocc.. ammen!
I social abituano all’asocialità, io me accorgo perché gia sono asociale. Che ne saccio viene il compleanno di un amico tuo? Facebook non solo te lo ricorda ma ti da la possibilità di arronzarlo con un fetentissimo messaggio ondine. Quando invece avresti dovuto telefonarlo, o a niente a niente andarlo a trovare, portargli un regalo etc etc.. Invece hai risolto in tre nanosecondi. Una comodità, Pammoreddio, che però abitua sempre più all’asocialità e alla disumanizzazione.  E invece avresti potuto semplicemente chiamarlo e dirgli “Auguri icchiò” tre o quattro battute sull’età che avanza e l’impotenza che incombe ed ecco fatto.
A un amico ci succede qualcosa di brutto? Un bel messaggino su wuozzapp con la faccina che piange e il cuoricino e apposto così. Manco lo sforzo di comporre una frase di senso compiuto, come le sciglie, gli astrolopitechi, le femmine…. E invece avresti potuto semplicemente dirgli “Mi dispiace, quassiasi cosa a disposizione!” tre o quattro frasi fatte e ecco fatto.
Ti appiccichi con cainateta? Una bella frse di OscarWild sullo sfondo del mare dei caraibi tipo “La Gente sono cattive!” nella speranza che lei colga lanciata in pasto ad una accozzaglia di capere psicopatiche che è più o meno come se uno parlasse dei suoi problemi di sessualità con Pacciani…  E invece avrei potuto semplicemente dirgli “Uè chittammuò! Ma che spaccimm stai passann!?” tre o quattro cene per apparare e ecco fatto.
A me figuratevi che me ne fotte… se il mondo scapezza tanto di guadagnato e anzi, mi dovrebbe far piacere che la società si adegua alla mia sprucidezza,  però mi faceva piacere anche pensare che là fuori ci fosse qualcuno meno stronzo di me. Anche perché sennò io poi lo stronzo con chi lo faccio?
E ancora ancora, noi possiamo notarle queste cose, resistere, evitare di adeguarci (anche se forse è troppo tardi). Ma le nuove generazioni invece avranno solo questa socialità.
Una socialità disumana, che abitua ad arrunzare tutto; i sentimenti, le emozioni. Tutto stereotipato in fetentissime frasi di qualcun altro, in candele virtuali e faccine di cazzo che piangono e ridono.
Sentite a me, Scetatevi da sto suonno, accantonate per un po la cazzimma e riabituatevi a parlare, ad esprimervi, a mettervi nei panni degli altri, e insegnatelo ai vostri figli perché una socialità così per forza di cose porta a giudicare e condannare chiunque per qualsiasi cosa. Anche solo perché è niro, icchione, fravecatore o chianchiere disonesto.

E a me mi parono le basi del Nazismo. 

venerdì 9 giugno 2017

Taurasil

Ormai sono quasi 3 mesi che l’allergia non mi fa trovare pace: naso appilato, prurito agli occhi, agli stinchi, agli avambracci, lebbre sparse, varicella intermittente, perocchi pettuttpart, un fastidioso prurito intimo ecc… che non si leva con niente: spray nasali di Lurdes, antistaminici alla droga , colliri all’oppio, clisteri di zirtec, vagisil all’eucalipto ecc…
Sono andato pure dal dottore che mi ha visitato e mi ha detto:
“Ciro per vedere se sei allergico dobbiamo fare le prove..”
“Dottò perché volete le prove? mettete in dubbio la mia parola? v’ho giuro che sono allergico!...così mi offendete..”
“no Ciro ma quando mai… che so sti cose tra di noi… hai equivocato.. m’ea scusà..”
Mi ha scritto le bustine di aulin e me ne ha mandato.
Comunque anche senza le prove col tempo ho capito a che cosa sono allergico: i pullici della polvere volgarmente detti acari, la spaccimma delle piante volgarmente detta polline, i tazanielli della muffa volgarmente detti allergeni, la madre di mia moglie volgarmente detta gnora.
Mo ieri sera si festeggiava il compleanno di un caro amico e allora ce ne siamo andati a mangiare in una trattoria paisana di paese, quelle belle tratturie di lignammo coi trattori trasformati in aiuole per i fiori nel giardino e le giostrine per i bimbi non a norma, dove si mangia il capucuollo affussato, il provolone impiccato, il salame affogato nell’uoglio, la caciotta atterrata viva nella segatura, la ventresca accultellata ecc… quelle tratturie dove i salumi e i formaggi fanno una brutta morte insomma.
Mo alla sala affianco si festeggiava un altro compleanno paisano con la gente che abballava quei balli paisani con le tammore paisane, le nacchere paisane e le fisarmoniche paisane, che si divertivano paisanamente come i pazzi che era un piacere paisano solo a guardarli. A un certo punto si è avvicinato il festeggiato palesemente mbriaco con una butteglia dicendo “questa è Taurasi fatto con l’uva! L’ho fatto io con i miei stessi piedi! Favorite…” e ha posato questa butteglia paisana sulla tavola che era ancora sporca di schiumma di fermentazione, si vedeva dal colore che era vino paisano senza polifosfati e barbiturici aggiunti e senza neanche il cicero dentro che mio nonno mi diceva sempre che per farlo diventare frizzante i campagnuoli ci mettevano il cicero dentro che giustamente sprigionava gas e il vino si frizziava tipo idrolitina che effettivamente pure io quando mi mangio i ciceri, forse pure perché tengo il fisico della tamiggiana, sprigiono tanto di quel gas che non vi dico.
Mo fortunatamente al nostro tavolo erano quasi tutte astemi, tranne un paio di femmine che però quando hanno sentito il fatto dei piedi del campagnuolo, hanno assaggiato il vino per educazione e poi sono andate e vummecare in bagno a turno, quindi praticamente mi ho dovuto bere da solo una bottiglia di ottimo Taurasi che aveva una gradazione alcolica di 78° che mi sono chiesto se il campagnolo forse si lavasse i piedi con la sambuca.
Mi sono imbriacato a vino come non facevo da anni, quelle belle ubriacate paisane che stai nella santa allegrezza senza avere gli effetti collaterali tipo nausea, sonno o colite. Mi sono andato a dormire verso le 2 nella pace degli angeli proprio pur sapendo che stamattina avrei jastemmato santi e maronne per il mal di testa e i vuommechi, e invece non solo ho dormito come un criaturo affasciato, ma mi sono scetato una bellezza e perfino l’allergia dopo mesi di sofferenze è scomparsa miracolosamente.
Mo se stessimo in un paese civilizzato, altro che 80€ rialati a fummo negli occhi, “il Taurasi fatto con l’uva scamazzata coi piedi lavati a sambuca” dovrebbe essere passato come antistaminico dalla mutua.Col nome commerciale di Taurasil.

lunedì 5 giugno 2017

Flora e Fauna della Terra dei Fuochi: Il Vaccariello di San Giovanni


 
 
Benvenuti a una nuova puntata di “Flora e Fauna della Terra dei Fuochi” con il patrocinio della Regione Campania dei fondi Europei che nunziamai usciamo dall'Ue amm pigliat int e pacch, con il sostengo della provincia autonoma a statuto speciale di Trecase-Boscotrecase-Boscoreale, il beneplacito dell'assessore all'ambiente, sport e asfaltisti del comune di Casandrino, e il sigillo reale di Mastella. Dopo esserci occupati in precedenza dei Cuozzi, dei Tarzanielli, dei MauMau e dei Cacauffi oggi vi parleremo dei Vaccarielli di San Giovanni, nome scientifico: Vaccariellus di SanGiannum tra SanGiorgioaCremanus et ViaMarinaum.
Il Vaccariello di San Giovanni (vedi figura n.1) non prende il nome dalla prossima provincia subvesuviana di Napoli (nonostante il nome scientifico) perché è solito cacare il cazzo in tutta la Campania Felix, ma si chiama così perché la sua punta di presenza sul territorio si registra proprio durante i festeggiamenti del Santo Patrono dei scippatori e dei piccoli spacciatori, il 24 giugno appunto.
In passato, dato il suo carattere docile e innocuo, era sottoposto dai criaturi ad esperimenti nazifascisti di crudeltà unica tipo chiuderli nei boccacci, appizzarli con gli spingoli, appicciargli le scelle con le zippo, attaccargli lo spavo alle zampette e usarli tipo aquiloni ecc..
Il Vaccariello vive la maggior parte del tempo sotto il terreno, a casa sua, sottoforma di viemo schifoso, nutrendosi dei rifiuti tossichi che atterrano i cammurristi. Verso i primi di giugno esce dal turreno e invece di trasformarsi in una splentita farfalla, forse per mezzo dei rifiuti tossici, si trasforma in uno scarrafono con le scelle.
Il Vaccariello se la fa principalmente in zone di campagna perché si nutre della frutta fracica caduta dalle piante. Mo come voi ben sapete la frutta fracica contiene una piccola quantità di alcool, e quindi il vaccariello sta sempre un poco mbriaco, come infatti vola prendendo traettorie un poco a schiovere e chiava le meglie capate nei lastri e nelle plaffuniere oppure va a incagliarsi nei capilli di mugliera che jastemma tutti i santi e si fa venire i sturbi.
I Vaccarielli escono la sera più o meno verso le 20,35 (su questa cosa ci tengono assai, ma la scienzia non ha capito ancora perché) e creano questi sciami spettaculari di orgie di bacarozzi volanti che chiavano mbriachi, volano a cazzo e poi votano a faccia a terra stremati che non ce la fanno manco a muoversi come i poverommi e rimangono muorti a terra con i pieri all’aria. In pratica come i giovinastri il sabbetessera a Piazza Bellini.
Mo anche se il vaccariello mi caca abbastanza il cazzo perché per tutto giugno devo stare con le zanzariere acalate è un bestio che apprezzo e stimo molto perchè se tutti i cristiani si comportassero come i vaccarielli fosse veramente una cosa buona, e vi spiego perché:

1. Per la maggior parte della sua vita si sta a casa sua.
2. esce solo per mbriacarsi e per chiavare.
3. dopodichè jett o sang.

martedì 9 maggio 2017

Umanità Circumvesuviana

Ci sta un gruppetto di giovini in età scolare che teneno tuttquant la stessa capa, sia metaforicamente che letteralmente parlando. E' palese che vanno tutti dallo stesso barbiere. Sembrano muoversi all'unisono come gli strormi di aucielli cacatori e anche loro emettono una raffica di strunzità a batteria continua di "Par o' pesc", "O'Frat Tuoje", "Si tutt scem", "eeeecaiiijjj" etc.. mentre si arrobbano e si lanciano a turno il telefonino. Ovviamente sono tutti maschi, ci sono solo due femmine; una vaiassa prossima alla gravidanza che ride sguaiatamente ad ogni cuollo di cazzo e una vaiassa però carina che se ne sta in disparte e stranamente nessuno la violenta, la stupra o allimite la molesta sessualmente. I ragazzi la guardano con rattusamma palese ma si vede che hanno paura di lei, anzi più che paura un timore riverenziale, per intenderci la guardano come Rizzoli guarda Bonucci.
Non è cambiato niente.
Se li guardi bene puoi distinguere tutti gli steorotipi di piscioni come quando andava a scuola io (diciamo vent'ani fa): Il tipo suggetto ma scemo, il tipo suggetto però sicchione, il finto bucchinariello, il puzzato di fame, quello che si fa i fatti suoi etc.. Solo che sono vestiti più gay. La loro professoressa a due passi in piumino verde prato e borsone camomilla fa finta di non conoscerli.
Una vecchia cuperta sta facendo il paro e lo sparo per attaccare bottone, magari chiedendo un informazione. Tiene un giubbiniello miezitiempi, un pantalone slimfit blumarine, gli orecchini piccoli a pendolo e un foulard azzurro occhi di Gramellini. Effettivamente se non fosse per la fede potrei essere scambiato per uno speruto di fessa; vestito male, palesemente povero, faccia da rattuso al punto giusto e quasi viecchio. Si avvicina, si accorge che feto e allora desiste.
Un zincaro sta menato a cosce aperte sopra a una panchina, fuma sigarette di contrabbando serbe che fetano come l’ilva di Taranto, se ti avvicini bisbiglia qualcosa tipo “monet.. porfavor.. centesim..” ma senza genio perché sta fuori servizio, in borghese, con il giubbino di finta pelle, il jeans nero e le nike sfunnate.
Un turista col cappellino di paglia ci guarda ammirato, si pensa che in capa a lui sta dentro a un film di MartiScozzese, però si vede che sta cacato sotto.
Ci sta pure uno studente universitario zainetto in spalla fuori corsissimo; tiene più rughe di me, gli occhiali, la barba lunga e l’orecchino che fa tanto indie. Però il cazone e i miezi stivali palesemente arrubbati dall’armadio di papà stonano troppo con la felpa col cappuccio che si ostiene a mettersi nonostante i 40 anni passati e se non bastasse lo tradirebbe comunque la capigliatura a LittleTony/MaicolDaglass che ammarca a viecchoemmedd ma che è l’unica gli ammacchia un poco la chierica.
Una mamma rincorre un criaturo che ha tentato una decina di volte il suicidio negli ultimi 5 minuti e un viecchio con il pantalone di velluto, il marsupio e il gilet multitasking caca il cazzo random a chiunque gli capiti a tiro; dallo scupatore nell’esercizio delle sue funzioni, al frevecatore con la marenna sotto al braccio, a quel rappresentate folletto/testimone di geova/agente immobiliare vestito tanto bene e fresco sbarbato che gentilmente cerca un modo per scenderselo da dosso senza riuscirci.
La Location non sarebbe neanche male, si vede che è di recente costruzione con rifiniture di pregio di materiali di scarto e munnezza affussata. Quella architettura tipica dei finanziamenti a schiovere dell’Unione Europea. Se non fosse che sta tutto inquacchiato di murales di ogni tipo e fattura; dall’artistone di strada che si firma “O’ Viking” sotto a un murales che ritrae la scritta “O’ Viking”, a numerosi dichiarazioni di amore preadolescenziale che però perdono di romantichezza sperdendosi tra i più numerosi cazzi, di ogni forma e dimensione, accompagnati spesso da recapiti telefonici. Ne attrae la mia attenzione uno con la scritta “Ho Voglia di cazzo” e sono quasi tentato a chiamare ma il cazzo raffigurato ha delle misure abbastanza riguardevoli e allora rinuncio per mancanza di requisiti minimi previsti.
Ho fatto tardi a lavoro, mi fanno male le cosce, mi è scoppiato un mal di capa che non vi dico e tengo addosso una strana sensazione mai provata prima; come se sentissi il bisogno impellente di farmi una doccia. Però sono felice.
Erano 10 anni che non prendevo la Circumvesuviana.

sabato 22 aprile 2017

Lava e Tufo



Tutte le sere pe m’arritirà facc nu vico.
Nu vico stritt e chine e vasce.
A sott e mure fracete spontano lava e tufo.
Cumfromme saglie o’ vico, a sinistra sta Gennaro che fa o’ fierro viecchio con un trerotte sfunnato, scassa frigoriferi e lavatrici cu na cazzimma int’ a l’uocchie comm si vulesse scassà coccautra cosa.
Chù ncopp sta na vecchia con un cammeso a fiori che si assetta sempre ncopp o’ rarillo fuori al vascio, da luntano pare na creatura.
Di rimpetto over sta na creatura con il pigiama, avrà sedici anni non di più, con suo figlio in braccio guarda le amichette che passano col borsone per andare in palestra, tene gli uocchie e chi nun tene manco il diritto di provare invidia.
Ncopp e’ mure “Forza Napoli” e cazzi. A sott  semp lava e tufo.
I criaturi che giocano a pallone quando passo con la machina si accostano e mi menano i chiatammuorti.
Chiù ncoppa sulla destra un da un purtone apierto si vede l’androne di un palazzo antico, cu doje scale che saglieno ai lati e doje nicchie con due busti marmorei. Chi sa chi cazz so.
Dal vascio suo Gaetano caccia la capa e me saluta, non può ascire, sta ai domiciliari, lo saluto e gli scruto i lineamenti. Mha. A me pare semp nu buono guaglione.
Le porte e le finestre so semp aperte.
Na stanza e lietto Barocca.
Na cucina roccocò.
Nu quadro troppo gruosso int a na stanza troppa piccerella.  
Nu Motorino parcheggiato affianco a nu lietto.
Mure facete, lava e tufo.
Nu vecchie si piazza miez o’ vico con il piezzo di pane sotto al braccio e nun me fa passà, gli busso, si ferma.
Na vecchia acala il panaro, io aspetto, lui ci ripone il pane, si gira, mi saluta e mi sorride.
Quasi alla fine del vico ci sta On Armando o’ scarparo, fatica ancora miez a famma.
Rallento.
I poster del Napoli di Maradona.
Scarpe sparate appesse e fierri che chissà a che servono.
Spuorco e povere.
N’Addore e Crummatina.
Quando il vico fernesce sta nu canciello.
“Zona Archeologica. Vietato Oltrepassare”
Pino Daniele int o’stereo e M’accorgo che so cuntento e sta. Cu te.
Ca si me spaccano l’ossa, o sott a st’ommo fraceto, escene lava e tufo. 

mercoledì 22 marzo 2017

il Putecaro Curnuto e Piecuro



Quando ero criaturo capitava spesso che papà si arritirava dopo lavoro con degli generi alimentari.
Quando non si trattava di primizie di stagione ancora ancora mammà non gli diceva niente; Fravole, Cerase, Nespole, Ceveze, Mellunesse Americane etc.. o qualsiasi altro ortofrutto da serra lasciato macerare al sole sulle bancarelle agli “angoli delle rotonde” della Benedetto Cozzolino.
Anzi mammà apprezzava quel gesto di romanticheria omma che aveva come significato: “Donna, ho pavato 10 volte tanto della frutta cancerogena che tra un mese la vendono 1000lire al quintale solo per te! Mo miettiti a pulezzare questi 8 chili di cozzeche pelose oì!” e mammà non prendeva le cozzeche e ce le chiavava in faccia perché all’epoca la femmina capiva e apprezzava l’ommità, non come adesso che le femmine vogliono il fidanzato senzibile, emotivo, attento e depilato ( se oggi non ci esiste più l’ommità è colpa delle femmine) e alla fine si smezzava la fresella spugnata sotto alla mpepata di cozzeche con papà come dentro a Lillilvagabondo.
Capitava invece altre volte che papà si arritirava con generi alimentari ordinari. Non perché papà volesse aiutare in casa e andava a fare la spesa di sua sponte, ma probabilmente perché aveva perso una scummessa con qualche amico, quei fatti tipo:
“Uà Aità, stamattina mi ho mangiato un purtuallo di Palermo che era troppo frisco zucuso!”
“Ah, buoni i purtualli di Palermo, pure a me mi piaciono assai!”
“Si ma tu i purtualli di Palermo che mi mangio io non te li hai mai mangiati!”
“E Perché scusa?”
“Io li vado a prendere da un verdummaro che canosco solo io che alla matina si sceta alle 2, si prende il traghetto per Palermo e va arrubbare i purtualli da dentro a una villa Borbonica sotto all’Etna, che quella la lava fresca ci da la Zucosità!”
Allora Papà ferito nell’orgoglio purtuallo (e non avendo nozioni geografiche adeguate) si faceva accompagnare da questo fantomatico verdummaro ( probabilmente parente dell’amico suo) che ci ammollava 20 chili di purtualli alla quotazione quotidiana in borza dell’argento puro e alla fine erano gli stessi fetentissimi purtualli che mammà comprava dal verdummaro sotto casa e pagava 500lire alla tonnellata però ce ne stava qualcuno incartato con la carta velina rossa col carretto siciliano stampato sopra.  
Stesso discorso valeva per il pescatore che andava a prendere le alici a Cetara e invece erano alici del puorto di Torre del Greco, il pane di Sanbastiano igp cotto a fascine che invece era cotto con i tauti dei muorti scavati e gli stantoli delle porte, i pomodorini del piennolo che per coglierli il contadino facava Freeclimbing sul monte Somma e invece erano cresciuti in una terra adiacente alla discarica fuori al cimitero etc.. etc..  
Allora in quel caso mammà non lo guardava manco in faccia per non umiliarlo troppo e ci diceva serafica “Aità, t’ann fatt fess!”. Papà a quel punto capiva e si ritirava in buon ordine.
Mo che pure io sono adulto, mi capita qualche volta di andare a comprare qualche genere alimentare ed effettivamente ho notato che il putecaro di turno tiene questa tendenza a menare dentro l’ommo. Pensa in capa a isso “L’ommo è poco abituato a fare la spesa mo ci ronco lo scarto dei friarielli tanto isso non se ne accorge”. Com’infatti quando traso in una puteca vengono subito segnalato con gesti inconsulti dal giovane di puteca al masto come a dire “Oilloc o pullastro oì” e quando chiedo qualcosa spesso e volentieri tra un “Dottò, non ve ne incaricate” e un “Vi farò un servizio che non dimenticherete” mi ritrovo sempre con la frutta fracica, il pesce scongelato e la robba scaduta che Mugliera giustamente quando mi arritiro mi mortifica nell’ommità.
Allora ho trovato un escamotiage per evitare di essere menato dentro, all’inizio provavo a sbattermi un poco a femminiello, cercando di mascherare la mia ommità, in modo tale da confondere il putecaro ma il trucco poi si è sgamato perché vesto troppo male per essere gay. Allora quando vedo che il putecaro sta scavando nel contenitore dell’umido per riempire le mie buste proclamo solenne la frase: “Datemele buone che non sono per me. So per le Creature!”.
A quel punto è come se avessi giocato una specie di Jolly; se il putecaro ha una coscienza si immagina e queste povere creature che già hanno avuto la sfortuna di ritrovarsi un padre scemo e mezzo femminiello adesso si devono mangiare pure la frutta faceta? Allora preso da un impeto di Barbaradursismo va nel retrobottega e mi da la frutta che tiene da parte per i clienti ricchi e mi arregala pure gli odori(che in verità regala a tutti ma io non lo sapevo e ce la pavavo sempre). Se invece trovo il putecaro infame, esso rimane impassibile al mio richiamo alle creature  e mi ammolla lo stesso lo sfriddo di magazzino. Allora capisco che è Putecaro cattivo, cornuto e piecuro  e non ci torno più.
Col tempo lo stesso criterio lo ho applicato ai rapporti umani in generale. Quando intuisci che qualcuno sta cercando di chiavartelo in culo, sul lavoro, in famiglia, tra gli amici etc.. tu giocati la carta “Criaturo”. Insinua il dubbio nella persona interloquita che quel danno che stanno cercando di arrecare a te in realtà e un danno che ricadrà sui tuoi figli perché alla fine, come tutti, tutto quello che fai nella vita lo fai esclusivamente per loro. Se la Persona rimane comunque impassibile allora è infama nell’animo e non ci sta soluzione di redenzione. Allò, sient a me,  leva mano e non ci tornare più addù stu curnuto e piecuro.

La Dieta il mese Prossimo

Funziona così:
Gennaio: Capodanno, le feste, la befana; la criatura ha avuto in regalo ventuordici cazzette di ciucculata; dai nonni, dai zii, dai parienti laschi, dai vicini di casa, dall'idraulico ecc.. quando finisce la ciucculata incomincio la dieta. Il 31 è SanCiro, che fai un cartoccio di sfugliatelle santarosa non te lo mangi?
Febbraio: SanValentino, ammà je o ristorante, sinnò la nammurata cac o cazz. Poi ci sta Sanremo, ce lo volessimo vedere tuttinsieme? porto una mucca imbuttunata, tu porta le birre. La dieta il mese prossimo.
Marzo: SanGiuseppe. Ma tu le zeppole le fai al forno o fritte? Non saranno troppe? Vabbuò se avanzano ce le mangiamo domani. E poi domani. E ancora domani. E poi domani. Ma sti zeppole so comm e gremlins? La dieta il mese prossimo.
Aprile: La festa della Mamma. Mamma ce ne veniamo a mangiare da te. Indora e friggi il frigorifero, noi portiamo le paste. Pasqua. meglio nota come L’Olimpiade dello Sfunno o anche Prova da sforzo del sistema gastrointestinale. La dieta il mese prossimo.
Maggio: La festa dei lavoratori. Ce ne volessimo andare all’agriturismo? O alla sagra della nzogna fritta? Conosco una festa dell’unità dove fanno il pruvulone impiccato, la sasiccia suicida e il capocuollo assassinato. La dieta il mese Prossimo.
Giugno: Ma ci sta il ponte? Over? E che fai non ne approfitti? Ce ne volessimo andare a trovare a zio Tonino in Toscana che quello quando arriviamo accire il puorco? Poi il 27 è pure l’anniversario di fidanzamento della nipote della portinaia, ci ha invitati al ristorante. La dieta il mese prossimo.
Luglio: Sto mese teniamo 3 matrimoni. In totale fanno: 3 antipasti al buffet che corrispondono al fabbisogno alimentare annuale del Kenia. 37 primi. 48 secondi. 29 sorprese delle chef. 19 paste e fasuli con le cozze. 20 kg di cunfietti. Dolci a schiovere. Una quantità non ben definita di cartocci avanzati che a casa tengo il dinosauro. Il tutto procapite. La Dieta il mese prossimo.
Agosto: E che fai stai in ferie ti metti a Dieta? Manco un gelato? Una braciata in cumpagnia? Una pizza con la gnora? Un aperitivo in spiaggia? Un cornetto a mezanotte? Un Ippopotamo all’insalata? La Dieta il mese prossimo.
Settembre: Marò si torna al lavoro! Che depressione! Mangiamoci qualcosa per tirarci su. La dieta il mese prossimo.
Ottobre: Le prime piogge. L’autunno che trase. Le foglie che cadono. Quella pucundria malinconica. Quella voglia irrefrenabile di puorco arrustuto. La Dieta il mese prossimo.
Novembre: I Muorti. Ritiriamoci in preghiera. Ricordiamo i nostri defunti con cordoglio e commozione abbuffandoci di torrone a cioccolato nocciolato aveto quanto una putrella. La Dieta il mese prossimo.
Dicembre: Natale. Le feste. Si accumencia a friere e mbuttunare alla immacolata e non si fernesce più. Per chi sopravvive.. La dieta l’anno prossimo.

mercoledì 15 marzo 2017

Ode al Puorco



Quando il Signor Iddio fece il criato

Coi cristiani, gli animali, e’ piante

Disse tra se “ma c’ aggio combinato?!

Comm si appara mo’ stu guaio pesante!?”

Pensa e ripensa gli venne un’idea

Tutta a nuttata nun chiurett l’uocchj

E lddio, l’Onnipotente, ca tutto puote e crea

Se ne escette con sua maestà: O’ Puorc!

Tutti gli autri besti si inchinarono

O’ piecuro fece la riverenza

Le Vacche al suo cospetto sdenucchiarono

Sulo la femmina non ci diede aurienza.

Eva gelosa del suo amato Adamo,

Che già per isso la capa aveva perso,

Fece al Pataterno formale reclamo

E cominciò a jastemmare l’universo.

Il Padre Nostro nella sua saggezza

Pensò all’istante di squartare a Essa

Ma Adamo ormai già schiavo della zezza

Si oppose per non perdere la fessa.

“Padre ma si tu me liev a Eva

St’umanità poi comm a facimm?”

Lu Pataterno che un po’ si dispiaceva

Chiamò o’ puorco e dicette “che spaccimm..”

“Fosse pe me io non t’acciress

Ma pure tu ca si nu bestio o’ssaje

Ca Chillo tira chiù nu pil e fess…

Pure chiù do Pataterno ormai”

Pigliò la povera bestia alla spartata

Gli diete pure la sua estrema unzione

E senza indugio ci chiavò una cultellata

Quasi commosso per tanta abnegazione.

Quando Adamo Trovò o’ puorco muorto

Penzò “era meglio ca mo facev mmano!”

Ma non si fece pigliare d’o’ scunfuorto

E arapì na butteglia e’ Gragnano

Facette Sasiccie, Braciole e Custatelle

Poi arravugliai na granda porchetta

Braciole, Capicuolli e tracchiulelle

“Tiè Patattè, arap na Birretta!”

O’ Pataterno accumminciai a magnà

N’addore e’ puorco invase il paraviso

“Uanema Adamo m’è fatt cunsulà”

E sentenziò con un gran sorriso

“Tu Donna, ammunni duje friariell!

Je facc natu puorc ampresso ampresso

Tu Adamo, appiccia a Furnacell!

E c’abbuffamm a faccia e Satanasso.

E da quel giorno il Puorco fu bestio sacro

Il prediletto dell’Onnipotente

Anche se ogni vota era un massacro

Perché del puorco non si jetta niente.

Oh grando Puorco animal divino

Puro io ti venero come Divinità

Quando t’arrosto, forse sarà il vino

Mi pare che lu paraviso è qua.

mercoledì 4 gennaio 2017

Il Mio Pino Daniele



Ad un certo punto dell'adolescenza di un giovane napoletano si passava (si passa e si passerà) attraverso la fase Pino Daniele, è quasi qualcosa di biologico, qualche fratello o cugino maggiore te lo fa scoprire e a quel punto diventa una specie di droga, ne vuoi sempre di più. Adesso c'è internet, noi avevamo la radio e le musicassette by erry. E' stato l'ultimo Re di Napoli, l'ultimo vero artista che dall'innovazione ha creato tradizione, che poi è il vero segreto che spinge la cultura napoletana da secoli in tutto il mondo. Dopo di lui solo saltimbanchi che mungevano mamma Napoli dalla zizza del folklore e del luogo comune. Il giorno della sua Morte mi sono svegliato diverso, più triste sicuramente, ma anche più solo, più sconfortato e più arreso.

Ricordo n.1: quando era guagliunciello io l'internet non ci esisteva, e anche volendo fare le persone per bene al mio paese non ci stava manco un negozio di dischi (musicassette) originali, quindi per procurarsi la musica di Pino Daniele le alternative erano due: o passare pomeriggi interi ascoltando la radio nella speranza che passassero qualche canzone di Pino e registrarla sulla tua musicassetta "vergine", ma ovviamente era difficile tra lo zapping radiofonico acchiapparne una dall'inizio e senza il dj logorroico che ci parlasse da sopra, quindi venivano fuori compilascion alquanto strane con pezzulli di canzone sparsi che ti lasciavano l'amaro in bocca oppure la seconda alternativa era apparare una 5mila lire e la domenica mattina svegliarsi presto per fare qui 3-4 chilometri a piedi e arrivare a piazza San Ciro a Portici dove in un angolo parcheggiava la Ritmo delle meraviglie, apriva il cuofano e sbucavano casciette di plastica piene di musicassette fauze Mixed by erry con tutta la discografia di Pino Daniele più qualche compilascion fatta di propria iniziativa da erry in base ai suoi gusti personali,per poi tornare a casa, chiudersi nella stanzetta, e con le cuffie quelle giganti e lo stereo coi pallini rosa sulle antenne della Philips scoprire sensazione fino ad allora sconosciute al tuo organismo, darei 10 anni di vita per riprovare l'emozione di ascoltare una canzone di Pino Daniele per la prima volta.. per anni ho creduto che "Tra Musica e Magia" fosse stata fatta da Erry e solo in età adulta ho scoperto invece che ci esisteva veramente e iniziava così..


Ricordo n.2: la domenica mattina ti veniva a prendere il cumpagniello tuo appena patentato con la ford fiesta usata nuova tenuta come una reliquia, e si faceva il giro di citofonate per apparare la cumitiva di 6-7 scaurachiuvi stipati nella fiesta come alici sott'uoglio per andarsi a fare la camminata freschi docciati e coi panni buoni, di solito il giro comprendeva 2-3 soste culinarie; pizza fritta e graffa erano obbligatorie e finiva sul lungomare di Napoli, io ero quello addetto a portare la musicasetta, e quando c'era una bella giornata di sole schiavo la mia preferita di Pino Daniele fatta da me medesimo e che dopo "Che Soddisfazione" portava la canzone che ancora oggi quando la sento "PizzaFrittaGraffaCumpagnielliMareSoleBraccioFuorialFinestrinoDomenicaMattinaFelicitàAmiciziaCheNunTornaChiù" ed era questa...


 
Ricordo n.3: mi presi la patente pure io e mi comprai una 500 del 1994 rossa ferrari, poi mi misi pure a fare all'amore e quindi finalmente tenevo un alcova per i miei incontri amorosi. Andavo a prendere a mugliera (che allora era solo nammurata) e ci incamminavano sopra al Vesuvio in cerca di una piazzola di sosta o una pineta libera. Non mi portavo i giornali per tappezzare la macchina ma per fare il tipo sciolto e disinvolto la tappezzavo con i vestiti che tenevo addosso, infatti vestivo a strati pure il 25 agosto. Quando nessun guardone mi constringeva a guidare nudo per tutto il parco nazionale del Vesuvio riscuscivamo nel nostro intento e dopo avermi fatto abbronzare le pacche dalla luna, ritiravo tutti i panni, mi mettevo l'amore della mia vita sotto alla scella, mettevo a folle e scendevo col piede sul freno tutto il Vesuvio, col panorama del Golfo illuminato davanti, per andarci a mangiare una pizza alla "Casa Rossa" o alla "Roccia".... il sottofondo dopo amplesso era sempre lo stesso .. questo qua.. la pace dei sensi popio..